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Vaiolo delle scimmie già diffuso in 12 Paesi. Biden: Dovremmo essere tutti preoccupati

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Continuano ad aumentare i casi di vaiolo delle scimmie in tutto il mondo. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, a ieri sono 92 i casi di monkeypox confermati in 12 Paesi, tra cui anche l’Italia, dove è fermo a 3 il numero dei pazienti isolati all’ospedale Spallanzani di Roma. Secondo gli esperti, i soggetti risultati positivi al virus non hanno legami di viaggio stabili con le aree in cui il virus è endemico, vale a dire Benin, Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Ghana (solo negli animali), Costa d’Avorio, Liberia, Nigeria, Repubblica del Congo, Sierra Leone e Sud Sudan: sulla base delle informazioni disponibili finora, i casi sono stati principalmente, ma non esclusivamente, identificati in uomini che hanno avuto contatti sessuali con altri uomini.
Il vaiolo delle scimmie è stato individuato per la prima volta nel mondo occidentale qualche settimana fa, quando è risultato positivo un uomo nel Regno Unito dopo essere tornato da un viaggio in Nigeria. Al momento, come abbiamo visto, il contagio si è diffuso in altri 12 Paesi ed è arrivato anche negli Stati Uniti, dove a essere infettato è stato un residente di New York City. Il paziente, non identificato, è in isolamento e sta ricevendo un trattamento in attesa della conferma finale da parte dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie. I funzionari della sanità pubblica hanno affermato che stavano indagando su due potenziali casi di Vaiolo delle scimmie.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente Joe Biden: “I focolai di vaiolo delle scimmie sono qualcosa di cui tutti dovrebbero essere preoccupati”, ha detto ai cronisti l’inquilino della Casa Bianca a Seul prima di partire per il Giappone, come riporta Reuters. “Stiamo lavorando duro per capire cosa fare”, ha continuato, assicurando che le autorità sanitarie americane stanno studiando possibili farmaci e vaccini per contrastare il morbo, che al momento non ha una cura.
Tra i Paesi in cui la situazione desta maggiore preoccupazione c’è anche la Spagna, dove finora sono stati individuati oltre 30 casi di vaiolo delle scimmie. In particolare, le autorità locali stanno
indagando su un possibile cluster di contagi nell’isola turistica di Gran Canaria. In particolare, starebbero appurando se alcune feste siano state all’origine di una serie di contagi, come ha riferito il quotidiano El Pais. Circa 80mila persone provenienti dalla Spagna e da altri Paesi hanno partecipato al Gay Pride Malaspalomas dal 5 al 15 maggio.
Uomini provenienti da Madrid, dall’Italia e dalla vicina isola di Tenerife che sono risultati positivi al virus hanno partecipato al Festival. Venerdì è stata chiusa una sauna di Madrid, identificata come possibile luogo di contagio.
Ma il contagio continua ad allargarsi anche altrove: le autorità svizzere hanno confermato un altro caso, una persona che è probabilmente venuta a contatto con il virus all’estero. Anche Israele ha confermato un caso, un uomo che è in isolamento all’ospedale Ichilov di Tel Aviv, secondo il Ministero della Salute. Due altri casi sono stati confermati ieri dalle autorità di Berlino, il giorno dopo il primo caso attestato in Germania.
Ma gli esperti rassicurano. Secondo l’epidemiologo Donato Greco, per 30 anni a capo del Laboratorio di Epidemiologia dell’Istituto superiore di sanità, poi direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute, oggi consulente Oms ed ex componente del Cts nell’emergenza Covid, “nell’uomo il vaiolo delle scimmie è una malattia auto-estinguibile, cioè si risolve da sola in poche settimane ed è, come gravità, anche inferiore a una varicella. Anzi quest’ultima comporta una estensione delle vescicole su tutto il corpo e dà febbre elevata, mentre il vaiolo delle scimmie è quasi sempre molto localizzato, nei casi di cui parliamo in questi giorni a trasmissione sessuale, le pustole sono limitate alla zona dei genitali, senza febbre alta”.
Gli ha fatto eco anche l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco per il quale “non è la prima volta che episodi epidemici si manifestano in questa maniera, dopo il Covid c’è un’attenzione particolare per le malattie infettive e una virosi fa notizia, ma il rischio per la sanità pubblica è basso. È un’allerta come tante altre, per un addetto ai lavori è ordinaria amministrazione. Ci sono già tre casi sequenziati e il genoma è lo stesso, non c’è nessun segnale che possa far presagire qualcosa di insolito”, ha detto all’Ansa, aggiungendo che “è giusto sia stata data un’allerta internazionale poichè tutte le persone che sanno di essere a rischio per contatti con quell’area o con persone devono fare attenzione e rivolgersi ad un medico”.
Infine, è intervenuto anche l’Ordine dei Medici per fare chiarezza sulla trasmissione del virus, che non avviene solo per via sessuale. “La trasmissione sessuale non è l’unica modalità di trasmissione del Vaiolo delle scimmie”, si legge in un focus che la Federazione degli ordini dei medici ha pubblicato sul suo sito nell’area di informazioni ai cittadini “Dottore ma e’ vero che..? “. La precisazione arriva per fare chiarezza dopo alcune dichiarazioni delle istituzioni sanitarie sul contagio fra uomini omosessuali e anche al fine di per evitare lo stigma alla comunità.
“L’infezione può derivare da uno stretto contatto con secrezioni respiratorie, lesioni cutanee di una persona infetta od oggetti recentemente contaminati – si spiega – e la trasmissione attraverso le particelle respiratorie delle goccioline di solito richiede un contatto faccia a faccia prolungato, il che mette a maggior rischio il personale sanitario oppure i membri della famiglia dei casi attivi. La catena di trasmissione più lunga documentata in una comunità è stata di sei infezioni successive da persona a persona. La trasmissione può avvenire anche attraverso la placenta dalla madre al feto (Vaiolo delle scimmie congenito)”.