Il day after della discesa nell’infermo della B è lontano, i lavori di sistemazione del PalaFantozzi a retrocessione avvenuta invece sono vicini poichè dovrebbero iniziare lunedi 23, anche se il rischio che siano tardivi è concreto. Sono invece purtroppo reali le tante lacrime versate nel dopo ko, con l’head coach David Sussi arrivato troppo tardi al capezzale di una squadra che la scommessa strapers Cardani gli ha consegnato in quella penultima posizione rivelatasi purtroppo fatale.
“Penso che dal punto di vista tecnico l’abbiamo persa nel secondo periodo più che nel parziale subito nel terzo – commenta il triestino d’Orlando -. Non abbiamo rispettato i normali piani di gioco, cioè passare la palla quando si è raddoppiati e c’è il compagno libero, robe semplici, da minibasket. Poi abbiamo reagito, pressato a tutto campo, con alcune giocate individuali importanti perchè non sono gli allenatori che vincono le partite, noi al massimo le perdiamo. Ma in questo momento onestamente più che parlare di tecnica e tattica sento solo il dovere di scusarmi, mi spiace per il mio club. Mi sento addosso tutte le colpe di questa retrocessione. Sapete tutti che sono venuto qui 10 anni fa, 20 giorni prima del ripescaggio in A2 e purtroppo non sono riuscito a cambiare il trend di tutta la stagione ritornando al punto di partenza. Posso ringraziare Enzo Sindoni, la sua famiglia e la societa’ per quello che mi hanno dato. Vedere una colonna come Ciccio Venza in lacrime per me è stato come ricevere una coltellata, anche peggio di quella quando, dopo Cremona, ho visto Federica Sindoni (la figlia del patron, ndc) piangere per la retrocessione dalla serie A. Il pubblico di Capo d’Orlando ci ha seguito, ci ha aiutato, ci è venuto dietro, non avevo dubbi e li ringrazio. Purtroppo non è stato abbastanza quanto dato in campo anche se i ragazzi hanno dato tutto. Ma Nardò ha fatto meglio di noi perchè il verdetto del parquet ha detto questo lasciandomi solo una grande amarezza”.
