CAPO D’ORLANDO – E’ andato in onda ieri sera su Rai5 (canale culturale della Rai) il docufilm “Il meridiano della solitudine” scritto e diretto da Diego Ronsisvalle e dedicato alla riscoperta della storia dei Baroni Piccolo di Calanovella.
Un viaggio nella memoria e nei luoghi. Tra la Villa Piccolo di Capo d’Orlando e la splendente Palermo della “belle époque”, i ricordi evocati dal ritrovato diario della Baronessa Teresa Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò, si fanno presenza richiamando storie e protagonisti; i Tasca, i Filangeri, i Trigona di Sant’Elia, i Florio, le più note famiglie dell’aristocrazia siciliana: il loro vissuto ha inevitabilmente influenzato le vite dei tre giovani Baroni Piccolo, nati a Palermo e trasferitisi poi sulle colline della Piana Orlandina per sfuggire all’onta di un tradimento di letto. Cresciuti tra gli echi di quegli ultimi fasti gattopardeschi, i Piccolo impersonavano l’estro e la volubilità dei nobili in una giovanissima Capo d’Orlando, suscitando l’interesse dei compaesani.
Il regista Diego Ronsisvalle, figlio del noto giornalista Rai, Vanni Ronsisvalle, sulle tracce di quel “Favoloso Quotidiano” raccontato dal padre nel 1967, riprende la storia dei Baroni e la contestualizza in una limpida cronaca familiare arricchita da immagini di repertorio in cui tra le foto di famiglia si incastonano le interviste a Eugenio Montale e agli stessi Baroni, e speciali contributi realizzati da illustri siciliani quali Andrea Camilleri, Franco Battiato e Dacia Maraini che tratteggiano episodi di vita e passioni. A fianco a loro, inoltre, un cast d’eccezione: Teresa ha il volto e la grazia di Galatea Ranzi, mentre i versi di Lucio Piccolo sono magistralmente interpretati da Piera Degli Esposti e da Paolo Bonacelli.
Tra le ombre tratteggiate che avvolgono la Villa dei Piccolo, in cui “il tempo è sospeso e il fiabesco è nell’aria”, si mostrano, senza mai venire troppo in luce, i tre fratelli, ognuno con le sue peculiarità: Lucio Piccolo, con la sua immortale poesia, Casimiro Piccolo con i suoi acquerelli magici, Agata Giovanna, con la sua passione per la botanica. Così, guidati dagli “spiriti” dei tre si va alla scoperta del lussureggiante giardino e degli immutati interni della Villa, parti fondanti di quel quotidiano favoloso che li accompagnava ed ispirava nella vita e nelle opere. Su tutto, però, regna e governa Mnemosýne, la Memoria, che attraverso le sue trame tutto disvela e dona. Questo afferma anche lo stesso poeta Lucio in un prezioso frammento restaurato delle Teche Rai: “Per me la poesia è come la vita. È memoria… Noi viviamo di memoria”.
Ed è sempre la memoria, la sua riscoperta e salvaguardia, che stanno alla base dell’attività della Fondazione Piccolo di Calanovella, nata per volere dei Baroni e che custodisce il ricordo degli antichi onori e delle vite vissute all’ombra del pergolato o del grande pino nella Villa sulla Piana.