“La solidarietà si è fermata in piazza Primo Maggio. Ai familiari delle vittime è arrivato il conto dei funerali solenni da pagare: 10 mila euro a vittima. Si pensava che le istituzioni facessero la loro parte”. A parlare è l’avvocato Salvatore Loggia che rappresenta i familiari di tre vittime della strage, il quale rivela i suoi assistiti dovranno pagare il conto, o lo hanno già fatto, alle onoranze funebri. I soldi sono stati anticipati per alcune vittime dallo studio legale che segue i parenti nella vicenda giudiziaria, per altri dalla ditta del Nord dove lavora un familiare, mentre altri parenti devono ancora pagare”. Nella strage dello scorso 11 dicembre sono morte nove persone tra le quali una donna al nono mese di gravidanza. Le onoranze funebri non hanno inviato le fatture e non hanno neanche sollecitato i pagamenti ma dopo che alcuni familiari hanno pagato è chiaro che tutti dovranno pagare la stessa cifra. “I miei clienti – aggiunge – stanno aspettando di capire. Soprattutto non sono d’accordo sulla cifra richiesta, 10 mila euro, che non è stata in alcun modo discussa con nessun dei parenti. A parte il fatto che dopo le tante parole delle istituzioni non si aspettavano di dover pagare”.
La protezione civile regionale, dal canto suo, fa sapere di essere in procinto di mettere a disposizione i fondi: “La presidenza della Regione – dice il dirigente Salvo Cocina – ha già disposto da diverse settimane, per il tramite del dipartimento della Protezione civile regionale, un contributo di un milione di euro a favore del Comune di Ravanusa, che si aggiunge al milione destinato dall’Ars, su proposta della deputata locale Savarino, in sede di variazione di bilancio, prima di Natale. La risorsa è destinata alla copertura delle spese connesse all’emergenza conseguente la tragedia. Con tali fondi – che saranno accreditati nei prossimi giorni, subito dopo le procedure contabili – è possibile far fronte anche alle spese per il funerale. Il Comune può quindi, se lo ritiene, procedere ad anticipare o assumere formale impegno con i creditori”.