Home Attualita' Apri la scuola (almeno in Dad), chiudi la scuola

Apri la scuola (almeno in Dad), chiudi la scuola

786

Il provvedimento di ulteriore posticipo della ripresa delle scuole dell’attuale Presidente della Regione ha annullato dunque la giusta presa di posizione di molti Sindaci, soprattutto nebroidei, che avevano emesso ordinanze di riapertura in presenza da lunedì 17 salvo proroghe in base alla corsa del covid. Invece sull’isola le lezioni in presenza riprenderanno giovedì 13 gennaio in attesa di nuove consultazioni col Cts e col governo. A forzare la mano del governatore anche i sindaci di moltissime città (tra cui Siracusa, Messina e Palermo) che hanno annunciato o addirittura emanato ordinanze illegittime per disporre la chiusura in autonomia. “Apri le scuole, chiudi le scuole”. C’è chi la prende a ridere in Sicilia, adattando la famosa citazione del film Karate Kid. Un modo per sdrammatizzare dopo due giorni di totale confusione sul rientro in classe, terminati con la decisione del governatore Nello Musumeci di rinviare la riapertura post-natalizia di tre giorni. Purtroppo in soccorso del Governatore arrivano i dati sconfortanti della pandemia. Infatti dal 17 l’isola che al momento è in zona gialla dovrebbe passare in arancione e a quel punto i sindaci avrebbero mano libera per disporre la didattica a distanza con provvedimenti autonomi che ieri sono stati sconfessati con molti dirigenti scolastici a loro volta costretti a revocare le circolari che stabilivano una dad che non è il massimo ma era sempre meno peggio di ulteriori vacanze che gli alunni non impiegano di certo a studiare. Purtroppo a rendere i provvedimenti dei sindaci nulli dalla nascita è una precedente ordinanza di Musumeci che lascia loro possibilità di agire solo in regime di zona arancione o rossa. Non importa: Cateno De Luca ha pubblicato comunque l’atto rendendo effettiva la chiusura a meno di un’opposizione dinanzi al Tar, creando una situazione di incertezza totale. Non solo, ma il sindaco – dopo una riunione in prefettura – ha ottenuto l’appoggio dell’azienda sanitaria locale (Asp) che ha scritto nero su bianco di condividere la scelta. Con l’ennesima diretta social il sindaco messinese ha ribadito la validità della propria ordinanza “ribella”: “Se fossi stato il presidente, avrei fatto altro, non lo sono, per ora…”, ha provocato. Dietro la scaramuccia, infatti, ci sono le imminenti dimissioni del primo cittadino (previste per martedì), per potersi candidare alla presidenza della Regione.