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Attualità: 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

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109 femminicidi in un anno, dei quali 93 maturati in ambito familiare, 63 per mano del partner o ex, 89 vittime di violenza ogni giorno, nel 62% dei casi si tratta di maltrattamenti in famiglia, commessi soprattutto da mariti e compagni (34% dei casi) o dagli ex (28% dei casi). Non si tratta solo di sterili numeri, ma di persone, esseri umani, donne che ogni anno, si stima una ogni 72 ore, vengono uccise o subiscono maltrattamenti fisici e/o psicologici da chi dovrebbe utilizzare le mani per fare una carezza e non per sferrare uno schiaffo o impugnare un’arma da taglio, come nel 50% dei casi di femminicidio accade. 8 le vittime solo nella nostra Isola; il primo ad inizio 2021, il 24 gennaio con la diciassettenne Roberta Siragusa, il cui cadavere fu ritrovato carbonizzato in fondo ad un dirupo sotto il belvedere di Caccamo, in provincia di Palermo. La giovane fu uccisa dopo una serata trascorsa con gli amici, come dimostrato da un video pubblicato su instagram, poco prima di essere colpita, uccisa, bruciata e gettata nel dirupo. 
Un vero bollettino di guerra, quello diffuso, in occasione del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. I terribili numeri sono emersi dal report sugli omicidi volontari aggiornato settimanalmente dal servizio analisi della Polizia Criminale, con un riflettore puntato sulle vittime di violenza di genere, pubblicato dal Viminale.
Il dato è allarmante, poiché mette in luce una notevole crescita di donne vittime di violenza ed abusi, un pesante 8% rispetto allo stesso periodo del 2020; in netto aumento anche i delitti in ambito familiare, questi hanno avuto un incremento del 5%, con un innalzamento della percentuale che riguarda le vittime donne, con un più 7%,e, tra queste, un più 7% quelle morte per mano del partner o dell’ex.
A tal proposito, la Presidente del Senato Malia Elisabetta Alberti Casellati, nel corso di un incontro a Roma ha dichiarato: “i femminicidi non sono omicidi qualsiasi: sono donne uccise in quanto donne, vittime di una violenza che si nutre di ignoranza, pregiudizi e omertà. Non sono quasi mai delitti d’impeto”, ha continuato, “ma l’apice di un’escalation di violenze, prevaricazioni e soprusi che troppo spesso vengono ignorati, sottovalutati o, peggio, non denunciati. Ed è questa la principale debolezza del sistema.” Ed in occasione del 25 novembre, la facciata di Palazzo Madama sarà illuminata di rosso per ricordare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Sarà così per due serate, dal tramonto all’alba di oggi e domani.
“Troppe le donne uccise, troppe le richieste di aiuto non adeguatamente e tempestivamente raccolte. Una vergogna della nostra civiltà.” A ribadire lo sdegno per i tanti, troppi femminicidi avvenuti nel nostro Paese e nel mondo, la Ministra della Giustizia Marta Cartabia alla presentazione della relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio. “La gravità dei fatti”, ha detto la guardasigilli, “chiama le istituzioni a ripensare norme e procedure più adeguate”.
Se è vero che questi sono i dati, i numeri delle donne “cadute”, è evidente che dal 1999 (anno dell’istituzione della giornata da parte delle Nazioni Unite), ad oggi, probabilmente troppo poco si è fatto e molto ancora si dovrebbe fare per arginare il fenomeno; una, forse, potrebbe essere una modifica del linguaggio che non mortifichi le donne e non le renda vittime due volte.