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“L’ho trovato dove nessuno aveva cercato”, ma per identificare i resti servirà l’esame del DNA

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I resti trovati sarebbero di Gioele Mondello, scomparso con la madre Viviana il 3 agosto. Per gli uomini che coordinano le ricerche del bambino i resti ossei e la maglietta portano a lui “al 99 per cento”. Le tracce sono state segnalate da uno dei volontari che da giorni affiancano vigili del fuoco, forestali e poliziotti. A trovare il corpicino straziato del bambino è stato il carabiniere in congedo di Capo d’Orlando Giuseppe Di Bello, 57 anni, che insieme ad altri tantissimi volontari aveva risposto alla chiamata dei familiari.
“E’ stato un dono di Dio” ha detto Di Bello, dopo aver ritrovato i resti umani di un bambino che “quasi certamente” è Gioele. “L’ho trovato dove gli altri non lo hanno cercato”, ha aggiunto Di Bello, spiegando di aver fatto il ritrovamento alle 10.28 e che il corpicino era “straziato da animali selvatici”.

“Era determinato a trovare quei poveri resti, munito di attrezzi. E’ partito presto per questo e li ha trovati purtroppo. E’ una cosa angosciosa”: così ha riferito Francesco Radici, l’amico che ha accompagnato Giuseppe Di Bello. I due amici erano partiti insieme, poi si erano separati.
I resti trovati sarebbero il tronco senza testa e una parte di femore compatibile con un bambino di 4 anni. Sarebbero stati straziati dagli animali selvatici che li avrebbero trascinati all’interno di una fitta radura, tra la boscaglia che circonda la zona, a circa 700 metri di distanza dal traliccio ai piedi del quale è stato scoperto il cadavere della donna. Ma per determinare con certezza l’identità della piccola vittima «serve l’esame del dna».
Dopo la segnalazione dell’ex militare, sul posto si sono recati il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, gli uomini della Scientifica e il medico legale.