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Le siciliane di B costrette a lunghi e costosi viaggi

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La scellerata decisione della Lnp di inserire le quattro siciliane nel girone B di serie B con le squadre lombarde ed emiliane è l’ennesimo segnale del perchè il basket italiano conta meno del due di coppe quando la briscola è a denari. Che il presidente Petrucci ed i suoi collaboratori debbano andare a casa per incapacità è sotto gli occhi di tutti e costituisce un aggravante il fatto che in pieno covid si costringano le squadre di una regione poco contagiata prima dell’estate a fare la spola con le due zone più a rischio di positività. Sarebbe bastato mettere Torrenova, Palermo, Ragusa e Agrigento nel gruppo D al posto delle laziali ed a catena operare in tal senso. Ma per provare a fare anche le semplici cose ci vuole capacità ed impegno oltre che collaborazione con le società interessate che tengono in piedi una barca che rischia seriamente di affondare se realtà più o meno piccole decidessero all’improvviso, come la Costa d’Orlando, di salutare la compagnia. L’irragionevolezza della composizione dei gironi, secondo me, è evidenziata anche da alcune scelte che definirei bizzarre: ad esempio, Ozzano e Bologna, nonostante distino 12 km, sono in due gironi diversi, mentre Torrenova farà quasi 33 mila chilometri, Palermo quasi 36 mila, Bologna ne farà quasi 15 mila ed Ozzano meno di 6 mila. Non si capisce dunque, a maggior ragione tenendo conto della situazione di emergenza che stiamo vivendo, come non sia stata adottata la soluzione più semplice, con squadre delle varie regioni contigue tra loro che si sarebbero sfidate solo in un’ipotetica fase magari in campo neutro. C’è una media chilometri per squadra incredibilmente sproporzionata. Nel girone B ci saranno quasi 19 mila km a squadra da percorrere, negli altri 3 una media di 8 mila. Il principio di contiguità non è stato nemmeno preso in considerazione perchè l’importante è fare le cose sbagliate, se poi la Torrenova di turno si stufa e molla “cui prodest”?