Home In primo piano Il Procuratore De Lucia: “A Messina 39 scarcerazioni, alcune di spessore”

Il Procuratore De Lucia: “A Messina 39 scarcerazioni, alcune di spessore”

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Riguardo al “problema delle scarcerazioni” c’è stata “purtroppo non solo quella di Porcino, ma a Messina ci sono stati 39 soggetti in regime di alta sicurezza, alcuni di spessore criminale assolutamente significativo, usciti dal carcere”. Lo ha detto il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Messina, Maurizio De Lucia, ascoltato in audizione in Commissione parlamentare Antimafia, sul tema delle scarcerazioni e misure alternative a detenuti durante l’emergenza Covid. “Il decreto recente ha consentito per alcuni il rientro in carcere, mentre per Porcino il tribunale di sorveglianza di Milano ha ritenuto non ci fossero le condizioni per il rientro in carcere”, ha sottolineato De Lucia secondo il quale “l’ondata di scarcerazioni è stata un problema”.

“La realtà criminale del territorio è variegata: ci sono 3-4 aree criminali”, ha detto ancora il procuratore De Lucia. “C’è un’area, storicamente infettata dalla presenza mafiosa, quella tirrenica e della zona di Barcellona Pozzo di Gotto – ha spiegato – Poi c’è un’area di grande interesse, anche dal punto di vista economico, quella dei Nebrodi” che le organizzazioni mafiose “hanno imparato ad apprezzare prima di noi e a investire nel territorio con modalità nuove”. C’è poi, ha proseguito De Lucia, “la zona ionica che confina con l’area di Catania” dove ci sono la presenza della “famiglia mafiosa Santapaola e una serie di altre organizzazioni mafiose”. Riguardo poi alla zona di Taormina “c’è un rischio che esisteva già prima” ma ancor di più con le conseguenze legate “all’epidemia” Covid che “rende altissima la possibilità di investimenti di origine occulta su quel territorio”.

De Lucia è poi intervenuto sull’attentato contro l’ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci: “Sull’attentato la mia procura ha condotto indagini per due anni con i corpi di elite dei carabinieri e della polizia e con un metodo inedito d’investigazione che ha ricostruito in tre dimensioni la scena del crimine – ha affermato De Lucia – non sempre le attività della magistratura inquirente riescono a trovare i colpevoli e quando non ci riesce è un fallimento. Quello che affermo sull’attentato Antoci è che non si può dire che non ci sia stato. Nel provvedimento di archiviazione del giudice questo è confermato in pieno”. De Lucia ha poi aggiunto: “I fini delle legittime indagini politiche non sono quelli di rifare quanto che fatto dall’attività giudiziaria, ma di trovare rimedi da proporre alla legislazione siciliana sulla lotta alla mafia. I poteri sono diversi, tra quelli inquirenti e quelli della commissione regionale antimafia, che ha scelto di sentire alcune persone e trarre delle conclusioni da quello registrato da queste stesse persone. E’ chiaro che l’indagine sull’esecuzione di quell’attentato, che ripeto è stato attentato, non hanno consentito di trovare i colpevoli ma le indagini non si fermano. Altre istituzioni hanno occhiali diversi rispetto a quelli dell’autorità giudiziaria”.