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Ciò che resta della movida a Capo d’Orlando: bottiglie e bicchieri rotti nell’area giochi

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Che nel fine settimana l’isola pedonale di Capo d’Orlando diventi terra di nessuno è cosa nota: luogo di “movida” spesso esente da controlli, soprattutto scenario di bagordi senza freni, dove il divertimento (o presunto tale) sconfina nell’inciviltà. Il problema è che le conseguenze, con danni evidenti al decoro pubblico, si paghino il giorno dopo, quando l’isola torna territorio tranquillo, a disposizione di bambini, famiglie e pensionati. Così, è facile imbattersi, oltre ai poveri contenitori di rifiuti stracolmi, in bottiglie e bicchieri abbandonati nelle aiuole della Villa Comunale, ma anche in vetri in frantumi e mascherine nel cuore dell’area “giochini” a portata di mano dei bambini, con pericoli evidenti e piuttosto facili.
Qualcuno deve fare qualcosa. Se non sono, evidentemente, sufficienti gli inviti alla sobrietà, al distanziamento e all’accortezza, se, evidentemente, la quarantena non ci ha reso persone migliori, si deve fare altro. Se non per se stessi, almeno nel nome dei bambini.