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Riciclaggio milionario: la mente un commercialista di Mistretta

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Un’organizzazione criminale dedita alle false fatturazioni e al riciclaggio su scala internazionale è stata scoperta dalla Guardia di finanza di Enna. Quattro le persone indagate alle quali sono contestati, a vario titolo, i reati di riciclaggio internazionale, autoriciclaggio, associazione a delinquere, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

L’operazione, denominata Offshore cash, ha portato al sequestro, emesso dal gip di Enna, dei proventi illeciti di un giro d’affari che, secondo gli inquirenti, ammonta a circa 1 milione di euro, oltre alle varie contestazioni fiscali. Al vaglio delle Fiamme Gialle anche ulteriori responsabilità e complicità sul territorio nazionale ed estero che potrebbero sfociare in altri provvedimenti cautelari.

Le indagini, dirette dai sostituti procuratori Stefania Leonte e Francesco Lo Gerfo, hanno individuato quale mente dell’organizzazione un commercialista di Mistretta, M.N., già noto alle cronache giudiziarie. L’uomo, evidenziano gli inquirenti, “ha ideato l’articolato meccanismo fraudolento, a cui ha partecipato, tra l’altro, un imprenditore, C.N.A, con una propria società operante nel settore delle costruzioni, avente sede a Sant’Agata di Militello”.

Un vortice di fatture false e bonifici transitava sui conti di una società “cartiera” riconducibile ad un imprenditore di Nicosia, operante nel settore della distribuzione di gasolio agricolo e amministratore di diverse società già in passato oggetto di attenzione da parte delle Fiamme gialle ennesi. L’imprenditore “creava fittizie posizioni finanziarie al fine di ripulire ingenti somme di denaro per centinaia di migliaia di euro mediante complesse operazioni di riciclaggio su conti correnti di istituti bancari maltesi e spagnoli.

I capitali illeciti così trasferiti all’estero, anche con il concorso di un’altra co-indagata residente anch’essa a Nicosia, venivano fatti rientrare in Italia attraverso una serie di surrettizie movimentazioni volte a mascherarne la provenienza illecita e ritornare così nelle tasche degli artefici dell’organizzazione”. Per ricostruire il flusso di denaro trasferito all’estero, gli investigatori hanno fatto ricorso ai canali di cooperazione internazionale con le autorità maltesi e spagnole anche attraverso il reparto del Comando generale della Guardia di finanza.