Home In primo piano Valentina riapre il negozio: “Vi racconto il mio giorno zero”

Valentina riapre il negozio: “Vi racconto il mio giorno zero”

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Avrei tanto voluto etichettare questo 14 aprile come il mio primo entusiasmante giorno di lavoro dopo un lungo, interminabile lockdown ed invece non lo è stato. Piuttosto lo definirei il mio “GIORNO ZERO”. Sono uscita di casa mentre ancora la mia famiglia beatamente dormiva, indossando un pullover leggero, una cosa già strana di per sé, visto che l’ultima volta che sono andata a lavoro portavo il piumino pesante e gli stivali. Ho percorso come al solito la via Piave, eppure lo scenario si mostrava completamente diverso: non tenevo per mano mio figlio gridando quanto fossimo in ritardo, nessun auto strombazzava, nessun bambino, nessun adulto… nessuno! La mia Capo d’Orlando sembrava quasi fosse una città fantasma, lo stesso silenzio surreale delle 5 del mattino quando da ragazza rincasavo dalla discoteca. Ho fissato i negozi chiusi, uno ad uno, tutti tristemente vuoti e silenziosi ed è stata una vera e propria pugnalata al petto. Mi sono fatta prendere dallo sconforto lo ammetto, e gli occhi si sono riempiti di lacrimoni che però sono riuscita a trattenere. Mi sono poi soffermata a guardare le finestre della scuola primaria, addobbate lo scorso carnevale, era come se il tempo si fosse fermato, brutta sensazione anche questa… Ho aumentato il passo… bar chiusi…ho accellerato… L’unica cosa che volevo era rifugiarmi dentro il negozio, perdermi nella mia amata quotidianità, così ho aperto, ho sanificato l’ambiente, indossato guanti e mascherina e scattato una foto che ho subito postato su Facebook “ai posti di comando” – ho scritto – “questa nave non può e non deve affondare!”. È stato un toccasana perché così facendo credo di essermi data la scossa che serviva. D’un tratto ho preso coscienza di stare facendo la cosa giusta, di offrire un servizio alla collettività che andava dato, in fondo in questo periodo avevo ricevuto molteplici richieste di carta dai medici; quaderni, penne, stampe e quant’altro da numerosi genitori che si sono ritrovati in serie difficoltà… E già, perché mentre il mondo si è fermato, per fortuna la didattica non lo ha fatto! Ho quindi indossato il mio miglior sorriso, anche se nascosto dalla mascherina verde, e ho accolto il primo cliente, poi il secondo e così via… tutti rispettosi delle regole, tutti immobili un passo dietro il bancone, tutti esattamente spaventati come lo ero io, tutti consapevoli dell’importanza di ogni nostro gesto, dal disinfettare abitualmente le mani a non toccare nulla se non necessario. Tutti hanno cercato di intavolare una breve ma intensa discussione sul perché e sul percome di questa maledetta pandemia, forse per rendere meno surreale questa vita parallela, o solo perché in fondo tutti ci sentiamo un po’ smarriti ma anche un po’ più vicini e solidali. Ore 19:00 chiudo, c’è ancora la luce del giorno. Assaporo quei cinque minuti di libertà che mi riportano dalla mia famiglia e poi, un po’ fiera e un po’ spaventata… #iorestoacasa

Valentina Ingrassia