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Messina, roventi polemiche per i funerali del fratello del boss

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Grande polemica a Messina per la notizia dei funerali, sabato pomeriggio, di Rosario Sparacio, fratello di Luigi – storico personaggio di spicco del clan di Giostra. Nonostante i decreti e le limitazioni legati all’emergenza relativa al coronavirus, molte persone hanno accompagnato il feretro. Tanti i giovani in sella a ciclomotori e molte macchine. Erano presenti, complessivamente, circa cento persone.
Scrive la nipote del defunto: “Funerali non ce ne sono stati! C’è stato un corteo a piedi e ovviamente c’era presente la famiglia, poi a nostra insaputa è venuto qualche amico… ma purtroppo non c’è stata nè messa, bensì una breve benedizione fuori dalla chiesa e lo abbiamo lasciato davanti La porta del cimitero….”
Il comitato “Cambiamo Messina dal Basso”, con un comunicato, attacca il sindaco Cateno De Luca:
“L’uguaglianza non esiste da vivi, e a quanto pare nemmeno da morti. Apprendiamo dalla Gazzetta del Sud che l’altro ieri si sono tenuti i funerali del fratello dell’ex boss di Messina Luigi Sparacio, e che durante la cerimonia un corteo funebre ha raccolto un centinaio di persone, in barba a ogni restrizione”.
“Siamo bombardati ogni giorno da notizie che ci parlano di innumerevoli persone che sono morte da sole, con i familiari che non hanno nemmeno potuto celebrare i funerali dando l’ultimo abbraccio ai propri cari, deceduti in seguito alle complicazioni dovute al COVID-19. Celebrazioni pasquali vietate, funerali vietati se non a pochissimi intimi, in accordo con le autorità, com’è giusto che sia, ma a quanto pare non è così per tutti, se è vero come sembra che al funerale sopraddetto erano presenti moltissime persone vicine al deceduto”.
E a questo punto viene naturale porsi alcune domande: ma com’è possibile che gli ormai ‘tristemente famosi’ ragazzi della Renault 4, che non hanno alcuna indagine in corso, sono perennemente al centro dei pensieri dei nostri politici che, però, al contempo, sono molto più attenti a non spargere lo stesso fango sui cosiddetti sciatori? Perché si adottano sempre due pesi e due misure?”.
“Allo stesso modo, non una parola su questa vicenda gravissima, non un provvedimento, non un controllo, non un annuncio, niente di niente. Che sia forse il solito giochino? gettare fango sui cosiddetti deboli, gettare fango su chi ha meno strumenti per difendersi, e poi gettare non fango, ma acqua sul fuoco quando la vicenda riguarda qualche ‘potente’ di turno? O magari qualcuno che può tornare comodo e sarebbe meglio non ‘inimicarselo’?”.
“Fuoco e fiamme per i deboli ed estintore per i potenti di turno. Sarà questo il segreto per arrivare alle tante agognate poltrone? Cari politici, e cari tutti, ricordiamocelo: in vita siamo tutti uguali, ma anche nella morte”.