Un problema legato all’emergenza coronavirus riguarda il trasporto dei pazienti che devono essere sottoposti a dialisi. Trattamento indispensabile, da effettuare tre volte la settimana nei presidi ospedalieri con tutte le precauzioni (e preoccupazioni) del caso in questo contesto particolarmente difficile.
I dializzati che sono costretti a ricorrere alle cure del reparto di nefrologia dell’Ospedale “Barone Romeo” di Patti hanno scritto una lettera aperta all’Assessore Regionale alla Sanità Ruggero Razza e ai vertici dell’Asp 5 di Messina.
“Il trasporto dei pazienti dializzati dal proprio domicilio al centro di trattamento (e viceversa) viene, come ben sapete, affidato ad Associazioni che – quotidianamente – garantiscono all’intera comunità anche altri servizi importanti (funerari, trasporto per conto di strutture Ospedaliere, sociosanitarie, riabilitative e/o assistenziali, volontariato, etc.) impiegando, magari, lo stesso personale. Considerato che, pur nel rispetto delle apposite linee guida emanate dalle strutture sanitarie preposte, il trattamento emodialitico avviene all’interno di stanze comuni, sarebbe opportuno mettere in atto – per il trasporto – ulteriori precauzioni (ad esempio l’impiego di personale dedicato) rispetto alle misure già adottate (pulizia e sanificazione degli autoveicoli, uso di D.P.I, etc.) per cercare di limitare le possibilità di contagio ed il rischio che la diffusione del virus si propaghi anche all’interno dei suddetti centri di trattamento, mettendo in concreto pericolo la vita di queste persone, immunodepresse e affette da gravi patologie concomitanti o pregresse”.