Mentre il Sindaco di Sant’Agata Militello Bruno Mancuso si prepara a manifestare questa mattina davanti all’Ospedale per protestare contro la possibilità che il nosocomio cittadino diventi un “Covid Hospital”, quindi una struttura ospedaliera reclutata dalla Regione siciliana per gestione esclusiva di pazienti positivi al Coronavirus, giunge una nota del PD santagatese che esprime la stessa preoccupazione circa la decisione presa dall’ASP di Messina.
Già ieri Mancuso aveva dichiarato “Non consentiremo che il nostro ospedale si trasformi in “lazzaretto” né che il personale sia mandato al massacro”, sottolineando come fosse imprescindibile che l’ospedale venisse in primis dotato di dispositivi di protezione, strutture e strumentazioni tecniche per renderlo “un presidio qualitativamente efficiente, dotato di posti terapia intensiva o sub-intensiva e non un semplice ricovero”.
Viaggiano sulla stessa linea d’onda le parole del Partito Democratico che scrive: “Il trattamento dei pazienti Covid-19 richiede sistemi di ventilazione, di pressione interna, di filtraggio dell’aria degli impianti di climatizzazione che la nostra struttura non possiede e che non possono essere certamente realizzati in due settimane. Nelle condizioni attuali l’immissione d’aria contaminata in altre zone dell’ospedale, in presenza di decine di malati di Covid-19 e della fortissima carica virale che ne scaturisce, diventerebbe uno strumento di propagazione del contagio. Si tratta di preoccupazioni serie e fondate che sono già state pubblicamente manifestate dal Comitato Medici e Infermieri dell’Ospedale di Sant’Agata e che non possiamo che fare nostre. Altrove, in provincia, sono stati aperti nuovi centri Covid-19. Ma si tratta di reparti di Malattie Infettive con terapia intensiva collegata e laboratori di biologia molecolare attrezzati per l’esame dei campioni in loco, realizzati a notevole distanza dagli altri reparti per garantire i protocolli di sicurezza indispensabili e soprattutto dotati degli impianti tecnologici che permettono la pressione negativa, proprio per evitare potenziali contagi all’esterno (il “Papardino” a Messina, aperto proprio oggi). Il nostro ospedale purtroppo non possiede questi livelli tecnologici, non dispone di terapie intensive a breve distanza e di laboratori attrezzati per gli esami dei tamponi e la scelta operata rischia quindi di far esplodere il contagio anziché contenerlo”.
“Prendiamo atto della posizione assunta dal Sindaco di Sant’agata a tale soluzione, che è stata salutata come una conquista” , salvo poi fare la solita marcia indietro dopo le reazioni della comunità. Ci chiediamo: come sarà possibile avere dalla Regione e dall’ASP le garanzie richieste solo oggi dal primo cittadino ? Come si può disporre della necessaria tecnologia in meno di due settimane ? Come farà l’ASP, che non è riuscita a reclutare un solo anestesista per mantenere aperto il punto nascite, ad assicurare tutte le figure professionali indispensabili (rianimatori esperti e personale infermieristico specializzato, pneumologi, infettivologi) al funzionamento di un centro Covid con 50 posti letto ? Oggi tutta la comunità dei Nebrodi deve attivarsi per pretendere il rispetto del diritto supremo alla vita e alla salute di tutti i cittadini. Non siamo ovviamente contrari alla realizzazione di reparti specializzati per l’emergenza Covid-19, ma scelte così importanti e delicate vanno fatte garantendo realmente la salute pubblica. Chiediamo che tutte le Amministrazioni Comunali e tutti i Consiglieri Comunali dei Nebrodi e non solo della Città, assumano una posizione chiara su questa vicenda e senza alcun ritardo chiedano all’ASP e all’Assessore Regionale alla Salute un ripensamento di questa scelta, verificando la fondatezza di quanto sostenuto dai medici ed eventualmente individuando altra struttura più idonea anche sotto il profilo logistico”.