Home Cronaca Op.”Nebrodi”: L’accusa regge al riesame

Op.”Nebrodi”: L’accusa regge al riesame

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Il Tribunale del Riesame di Messina ha confermato le accuse nell’ambito della maxi inchiesta “Nebrodi” che nelle settimane scorse aveva portato a 94 arresti tutti relativi alle truffe agricole messe in atto da Cosa Nostra ai danni dell’Unione Europea. I giudici hanno esaminato i circa 90 ricorsi difensivi presentati dopo il blitz dello scorso 15 gennaio e riconfermato l’impianto accusatorio riconoscendo le due ramificazioni del clan mafioso di Tortorici, Batanesi e Bontempo Scavo, che rimangono quindi in carcere. 

Dopo il vaglio delle diverse posizioni da parte del Riesame, sono stati decisi 20 annullamenti totali dell’ordinanza di custodia cautelare: una decina di questi si riferirebbero a motivazioni che entrano nel merito degli indizi, mentre per i restanti dieci la motivazione è quella delle cessate esigenze cautelari.

Hanno registrato quindi l’annullamento dell’ordinanza di custodia: Danilo Rizzo Scaccia, Giuseppe Valerio Labia, Giuseppe Villeggiante, Giuseppe Ferrera, Innocenzo Floridia, Salvatore D’Albani, Andrea Caputo, Sebastiano Bontempo Scavo, Massimo Pirriatore, Antonino Marino Agostino, Samuele Conti Mica, Salvatore Armeli Moccia, Carmelo Barbagiovanni, Lucrezia Bontempo, Giovanni Bontempo, Giuseppe Bontempo (1991), Vincenzo Galati Giordano (1958), Salvatore Costanzo Zammataro (1985), Claudia Costanzo Zammataro, Giuseppe Costanzo Zammataro (1950).

Tuttavia, la tornata davanti ai giudici del Riesame, non è ancora conclusa. Lunedì, infatti, sarà trattata la posizione del notaio di Canicattì Antonino Pecoraro, uno dei colletti bianchi finiti nel calderone delle indagini e che secondo l’accusa confezionava atti ad hoc per favorire i gruppi mafiosi.