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Riconoscimenti agli uomini della scorta di Antoci

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La commissione Ricompense del ministero dell’Interno ha assegnato i riconoscimenti ai quattro agenti che la notte tra il 17 e il 18 maggio 2016 sventarono l’attentato al presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci. Si tratta di Daniele Manganaro, il vice questore che il giorno dell’attentato ad Antoci rispose con fuoco allontanando gli aggressori e che ha ricevuto una promozione per merito straordinario e ricompensa al valore civile. Così anche Tiziano Granata che però, deceduto improvvisamente a 40 anni, nel marzo del 2018, non potrà godere della promozione assegnatali oggi assieme ad una ricompensa per merito civile. Potranno farlo Sebastiano Proto e Salvatore Santostefano anche loro quella notte sventarono l’attentato del presidente Antoci.
Un riconoscimento quello alla scorta di Antoci, perlomeno “tardivo”, come sottolinea Salvatore Vinci, segretario provinciale del sindacato di Polizia Silp Cgil. Un commento, quello del sindacalista molto duro con la commissione Antimafia guidata da Claudio Fava: “A distanza di tre anni ed otto mesi dall’attentato – ha continuato Vinci – il riconoscimento premiale ristabilisce una verità che però è stata messa in dubbio dalla commissione regionale Antimafia la quale attraverso la relazione conclusiva proprio sull’attentato a Giuseppe Antoci, ha rappresentato una serie di congetture prive di ogni fondamento sulla ricostruzione dell’evento che si contrappongono al lavoro svolto dalla Polizia di Stato e della Magistratura gettando ingiustamente un’alea negativa sull’intera attività di indagine”.
Accogliamo con estremo piacere che è andata a buon fine la proposta per la promozione al grado superiore per il personale della Polizia di Stato che la notte tra il 17 ed il 18 maggio 2016 ha sventato l’attentato al dottor Antoci. Un riconoscimento tardivo ma doveroso nei confronti di coloro che, nonostante le condizioni di tempo e di luogo fossero tutte a sfavore, riuscivano a mettere in salvo l’ex Presidente del Parco dei Nebrodi.
Così il segretario della Silp Cgil Messina, Salvatore Vinci, commenta il riconoscimento attribuito al commissario Daniele Manganaro e agli agenti Tiziano Granata, Sebastiano Proto, Salvatore Santostefano, insigniti della ricompensa al merito civile e promossi per merito straordinario.
Tardivo soprattutto per l’ex Dirigente sindacale Tiziano Granata, che purtroppo non potrà ricevere il premio perché inaspettatamente deceduto il 28 febbraio 2018. Quella notte Tiziano guidava l’autovettura con a bordo il Dirigente del Commissariato di P.S. di Sant’Agata di Militello ed è stato lui insieme al dottor Manganaro ad intervenire contro gli attentatori a supporto del personale di scorta.
A distanza di tre anni ed otto mesi dall’attentato – continua la nota del sindacato – il riconoscimento premiale ristabilisce una verità che però è stata messa in dubbio dalla Commissione Regionale Antimafia la quale attraverso la relazione conclusiva proprio sull’attentato al dottor Giuseppe Antoci, ha rappresentato una serie di congetture prive di ogni fondamento sulla ricostruzione dell’evento che si contrappongono al lavoro svolto dalla Polizia di Stato e della Magistratura gettando ingiustamente un’alea negativa sull’intera attività di indagine. Illazioni, quelle della Commissione Regionale Antimafia, che sono state poi reiterate per bocca del suo presidente, Claudio Fava e dai consulenti, in occasione della conferenza stampa dell’8 ottobre 2019, nella quale gli stessi, nell’avvalorare la tesi secondo la quale il fallito attentato non fosse di matrice mafiosa con intenzioni stragiste ma tutt’al più potesse essere un atto dimostrativo, si spingevano ad affermare che l’ipotesi più accreditata sarebbe stata quella della messinscena e che, qualora fosse stata accertata tale ipotesi, la responsabilità sarebbe andata in capo a coloro che erano presenti sul luogo dell’attentato ovvero i quattro poliziotti. Una conclusione, che noi del SILP-CGIL di Messina riteniamo inaccettabile e Sindacato Italiano Lavoratori di Polizia Cgil Segreteria Provinciale di Messina valutiamo il lavoro della Commissione Regionale Antimafia pessimo e strumentale ad incomprensibili e squallide logiche politiche. Questo organismo regionale evidentemente non è in grado di valutare le situazioni e rendersi conto di ciò che accade realmente nell’area dei Nebrodi a partire dagli interessi illeciti di Cosa Nostra che sono stati messi in gioco grazie al protocollo di legalità fortemente voluto dal dottor Giuseppe Antoci.