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Marinello e la punta “spezzata”

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La punta di Capo Marinello non c’è più. Una foto che in queste ore sta facendo il giro del web e che immortala, da un lato, l’azione distruttrice della grande mareggiata del 23 dicembre e. dall’altro, il cronico problema dell’erosione costiera emerso ancora una volta in tutta la sua drammatica crudezza, proprio nei giorni precedenti il Natale. La punta di sabbia che dal promontorio del Tindari si pronunciava verso il mare di fatto non c’è più ed è diventata un isolotto. Radicalmente mutata la geografia della riversa naturale di Marinello anche se negli anni, questa zona ha subito modifiche periodiche. Legambiente ricorda che già nel 1990 era stato lanciato l’allarme: “I laghetti di Marinello sono stati per due millenni il punto d’arrivo di tutte le sabbie che scorrevano lungo la costa da Capo Zafferano (Bagheria) verso levante. Da parecchi anni, però, questo arenile non riceve più apporti di nuovo materiale sedimentario, a causa di tutti gli interventi operati a ponente di esso. Anche i laghetti di Marinello sono destinati a scomparire (lentamente, ma inevitabilmente), se non si riuscirà in breve tempo a invertire il processo di degrado in atto su tutta la costa”.
Sul resto del territorio provinciale si contano i danni: numerosi i lidi distrutti, mentre a Piraino c’è preoccupazione per la sorte di alcune abitazioni del residence Piraino Mare e per la Statale 113 nei pressi della Torre delle Ciavole dove si è registrato un nuovo cedimento del costone su cui è costruita l’importante arteria. A Capo d’Orlando si tenta un faticoso ritorno alla normalità: alcuni volontari hanno liberato dalla sabbia una corsia della strada provinciale proprio davanti al borgo di San Gregorio per consentire il transito.

Il crollo nei pressi della Torre delle Ciavole