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Barcellona Pozzo di Gotto: col cellulare in cella

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Un telefono cellulare è stato trovato nelle celle della Casa Circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto. Gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno infatti esaminato e perquisito diverse sezioni del carcere barcellonese, trovando un telefino all’interno del V° Reparto, dove si trovano detenuti cosiddetti di media sicurezza comuni. A darne notizia è Giuseppe Conte, Vice Segretario per la Regione Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
“Un detenuto di origine messinese è stato colto in flagrante proprio mentre stava effettuando una telefonata, all’interno del bagno della stanza ove era ubicato. All’atto dell’ingresso degli uomini della Polizia Penitenziaria, l’uomo ha tentato di disfarsi del microcellulare che stava utilizzando, ma è stato tempestivamente bloccato”. Il S.A.P.Pe esprime il proprio apprezzamento al personale di Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Barcellona P.G. ed auspica che venga loro riconosciuto una meritata ricompensa. “Poliziotti che, nonostante le ormai note problematiche che riguardano la carenza di risorse umane, mancato pagamento di straordinari ed emolumenti vari, nonostante il piano ferie estivo in atto, si è reso disponibile per effettuare l’operazione che ha portato al brillante risultato”, aggiunge il leader messinese del SAPPE.
“Il rinvenimento è avvenuto – spiega Donato Capece, Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, – grazie all’attenzione, allo scrupolo e alla professionalità di Personale di Polizia Penitenziaria in servizio”. Capece ricorda anche come “sulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo”.
“Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi necessari, come quelli che consentano di “schermare” gli istituti penitenziari al fine di neutralizzare la possibilità di utilizzo di qualsiasi mezzo di comunicazione non consentito e di dotare tutti i reparti di Polizia Penitenziaria di appositi rilevatori di telefoni cellulari per ristabilire serenità lavorativa ed efficienza istituzionale”, conclude il leader nazionale del SAPPE Capece.