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Ghiri e noccioleti: nuovo SOS dai Nebrodi

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Nuovo appello per fronteggiare il problema dei ghiri che infestano i noccioleti dei Nebrodi. L’Associazione Culturale Nebrodi ha inviato una nota all’Assessore Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, al Dirigente Generale del Dipartimento Regionale dell’Agricoltura e al Dirigente Generale del Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale, per richiedere ulteriori interventi.
Infatti, nelle more che possa essere definita e dispiegata una adeguata e duratura strategia di intervento, ottenibile soltanto in presenza di un idoneo centro di aggregazione e rappresentazione degli interessi di settore quale certamente potrebbe essere costituito dalla “Filiera corilicola siciliana” il cui accordo quadro è in corso di definizione presso l’Assessorato predetto, appare non più rinviabile la definizione di opportuni strumenti di intervento nell’ambito del PSR del corrente ciclo della programmazione dei fondi strutturali dell’UE, in grado di assicurare una vera ed effettiva prosecuzione degli interventi che erano stati già previsti ed eseguiti su circa 5.000 Ha di noccioleti nel precedente ciclo con la Misura 216.2.a, per il contenimento dei fenomeni erosivi e di dissesto e per il recupero del paesaggio tradizionale. Tali interventi, come è stato possibile verificare, contribuendo indirettamente alla considerevole riduzione dell’habitat idoneo al ghiro per lo svolgimento del suo ciclo biologico, possono ridurre efficacemente il danno sulla produzione provocato dalla specie che, dalle ultime segnalazioni, risulta in grado di danneggiare anche qualunque altra coltivazione in grado di assicurarle nutrimento, specie ortive comprese.
Ovviamente, nel quadro complessivo di tale strategia di contrasto, ruolo centrale ha l’esecuzione del relativo piano di controllo ecologico della specie recentemente autorizzato dall’ISPRA, così come non possono essere trascurati gli effetti che sarà possibile ottenere nel comprensorio attraverso gli opportuni ripopolamenti con esemplari di allocco (piccolo rapace notturno), recuperati presso i Centri Regionali di Recupero della Fauna Selvatica, così come ha iniziato già a fare il Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale, unitamente alla eliminazione di tutti quelli anfratti (grandi piante vetuste o fabbricati abbandonati, etc) idonei ad essere utilizzati dal ghiro quali siti di nidificazione e rifugio, che tutti i corilicoltori dovrebbero porre in essere, nonché la creazione di fasce di discontinuità vegetazionale tra i noccioleti e le aree boscate contermini.
L’incidenza del danno attuale, stando alle notizie correnti, sembra essere molto consistente, al limite della calamità. Ecco perché la tempestività di intervento ricercata con l’iniziativa adottata dall’Associazione, potrebbe essere salvifica almeno per i futuri raccolti.