Home Attualita' Spadafora: Giuseppe Costa e “l’accessibilità impossibile”

Spadafora: Giuseppe Costa e “l’accessibilità impossibile”

2009

Torna in prima linea lo spadaforese Giuseppe Costa, 45 anni, da quasi 16 anni sulla sedia a rotelle a causa di un incidente. Attraverso una lettera spontanea decide di far chiarezza sul tema dell’accessibilità e di puntare i riflettori sulle barriere architettoniche presenti sul territorio. Una decisione scaturita dalle recenti polemiche relative alle “passerelle per disabili” posizionate in spiaggia.
«Da giorni sui social si parla delle “passerelle per i disabili” collocate sull’arenile di Spadafora. Ho letto di tutto e adesso voglio dire la mia», ha affermato. Giuseppe ha deciso di constatare di persona, da solo, l’accessibilità delle passerelle. Prima di farlo però, si è soffermato sul significato della parola “accessibilità”.
«Son quasi 16 anni che vivo su una carrozzina a causa di un incidente e chi meglio di me o di un’altra persona sulla sedia a rotelle può provare queste pedane? Vorrei precisare una cosa importante: “accessibilità” significa rendere praticabile e raggiungibile un luogo o una zona a una persona, significa dare la possibilità di accedere a chi può in “piena autonomia”, senza l’aiuto di nessuno, se così non fosse allora queste si chiamerebbero “barriere mentali”, poi chiaramente esistono casi più gravi che necessitano del sostegno di altre persone per raggiungere il luogo in questione» ha precisato.
Ed ha aggiunto: «L’accessibilità a Spadafora non è mai esistita, ma basta recarsi nei paesi vicini e le cose cambiano. Vorrei ringraziare il sindaco di Venetico Francesco Rizzo per aver creato nuove rampe a norma e demolito quelle non idonee sul lungomare, dopo una mia segnalazione, anche se, a mio avviso, ci vorrebbero più stalli e cartelli verticali per parcheggi disabili».
Ed ecco il tour di Costa sul litorale di Spadafora. «Ieri mi sono recato sulle passerelle. Quella di fronte il parco urbano non è assolutamente idonea per i disabili, a mio avviso è stata creata da qualcuno che non voleva sporcarsi i piedi di sabbia. La seconda, posizionata dopo la cooperativa dei pescatori, l’ho percorsa con poca difficoltà, ma non posso assolutamente chiamarla passerella -ha spiegato-. Sono delle mattonelle messe lì, le pedane di accesso per disabili in spiaggia sono tutt’altra cosa, questa finisce nel nulla, nella sporcizia e due carrozzine che si incontrano non passano, ci sono dei parametri da rispettare per legge. Avete provato a realizzarle -ha commentato-, ma almeno dopo create una piazzola o un’altra passerella in orizzontale per avere altro spazio accessibile. Niente. Qui ho incontrato una famiglia di turisti con una persona con un deambulatore, ho chiesto cosa ne pensavano, lascio a voi immaginare la risposta e non parliamo poi della “pulizia” che regnava in quel tratto di spiaggia. Arriviamo alla terza di fronte alla scuola “Verdi”. Come si fa a posizionare una “passerella” quando per poterci arrivare devi percorrere la discesa di una rampa con un’inclinazione di almeno il 45/50 gradi? -si è chiesto. La pendenza massima non deve superare l’8% per legge, è difficoltoso per una persona in carrozzina affrontare quella discesa anche con un accompagnatore, ma a Spadafora tutto è possibile. Un parcheggio per disabili adiacente non esiste, un cartello con “spiaggia accessibile” non esiste. Nessuna sensibilità, nessuna prospettiva per abbattere le barriere architettoniche».
Peppe Costa quindi punta i riflettori sul parco urbano, il lungomare, il castello, il nuovo marciapiede sulla via Nazionale: «Basterebbe ragionare da una sedia a rotelle per trovare la soluzione più facile», ha concluso.