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L’Orlandina calcio può rinascere con l’azionariato popolare

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Il calcio dilettantistico è alla frutta da anni complici la crisi economica che ha fatto venire a galla le mal gestioni societarie e la crisi di vocazione che da tempo affligge i ragazzi, impegnati soprattutto sui social anzichè nel sociale. Capo d’Orlando e l’intera fascia tirrenica non è da meno, S.Agata a parte, ma certo non avere nemmeno un club in Figc è un record negativo di cui vantarsi, soprattutto se si tiene conto dei 3 campi in sintetico esistenti (il Ciccino Micale sede del centro tecnico federale ed i 2 nati dal vecchio Merendino) ed impiegati a singhiozzo da qualche sodalizio giovanile o da un torneo Uisp sempre più ridicolo visto che è passato dalle 20 compagini di qualche stagione fa alle 6 dell’ultima, vergognosa, annata. Da giorni è in piedi un tentativo del vulcanico allenatore Enrico Catania di riportare l’Orlandina almeno a certi livelli, partendo dalla Prima categoria perchè lì un posto non si nega a nessuno. Difficile tornare ai fasti dell’Orlandina targata presidentissimo Saverio Collica prima e Pippo Galati poi con l’Eccellenza che sembrava disegnata ad hoc per un paese nel frattempo diventato a vocazione cestistica. Quando Massimo Romagnoli ha provato a fare il passo più lungo della gamba è arrivata nuovamente la serie D gia’ gustata in passato ma anche il successivo immediato fallimento che ha prodotto soprattutto il disinteresse generale tra tutti gli sportivi. Ci aveva provato inutilmente Roberto Curasì, ora la palla è passata a Enrico Catania che sta lavorando per costruire una nuova società con l’azionariato popolare. L’obiettivo è quello di avere almeno sessanta soci per 300 euro a testa, si racimolerebbe una somma di 18.000 euro utile per sostenere una buona parte delle spese e l’obiettivo è quello di chiedere l’ingresso nel campionato di Prima Categoria e anche il sindaco Franco Ingrillì è pronto ad entrare fra i soci. Non viene esclusa la possibilità di ottenere un titolo e ripartire dalla Promozione (in questo caso si chiederebbero lo stesso numero di soci ma con cifra a 500 euro a testa) ma, al momento, la soluzione Prima Categoria sembra la più percorribile.