Il consigliere di San Marco d’Alunzio Andrea Monici ha lasciato il gruppo di maggioranza in consiglio comunale per dichiararsi indipendente. La decisione, “definitivamente maturata nelle ultime settimane”, è dettata da una serie di divergenze politiche, che Monici spiegherà ai cittadini durante un pubblico intervento in Piazza Aluntina in data ancora da definirsi. “In questi tre anni di amministrazione – scrive Monici in una nota – ho espletato il mio ruolo di consigliere comunale con passione e spirito di sacrificio, ritagliandomi uno spazio all’interno dell’amministrazione che nessuno mi aveva dato. Ritengo di aver lavorato quotidianamente e attivamente per l’esclusivo interesse del paese, spinto da quell’amore incondizionato per la mia città, che mi ha consentito di raggiungere soddisfacenti risultati soprattutto nell’ambito della cura del centro storico, nella organizzazione di eventi turistici e culturali, nel riportare alla luce luoghi inediti e tradizioni andate perdute, nel rapporto con l’associazionismo locale e con gli altri enti”. “Ho agito sempre puntando all’obiettivo senza mai farmi distrarre o condizionare da qualsivoglia maldicenza o tentativi esterni di boicottaggio dei miei progetti. Spesso e in diverse occasioni ho evitato di cedere alle provocazioni anche in seno alla maggioranza con l’intento di non creare divisioni all’interno del gruppo per continuare a operare solo ed esclusivamente per il bene della collettività. Si è giunti purtroppo, però, nelle ultime settimane, a ciò che ho riconosciuto come un punto di non ritorno”.
“Mi preme anche in questa occasione, seppure per sommi capi, evidenziare le motivazioni che mi hanno indotto ad assumere questa posizione. In primo luogo, i reiterati atteggiamenti irrispettosi nei miei riguardi da parte del primo cittadino, espressi in parole e comportamenti, che, purtroppo, sempre più spesso, hanno raggiunto livelli che, a mio parere, poco si addicono a chi ricopre un ruolo istituzionale. Motivazioni che, tra le più gravi, trovano fondamento precisamente:- in una sempre più imperante mancanza di collegialità delle scelte in seno all’esecutivo, quasi mai condivise in riunioni di maggioranza. – nella lentezza della prosecuzione degli unici due lavori in cantiere durante questa legislatura, ossia scuola elementare e campo sportivo, non ancora consegnati. -nella solita improvvisazione nella costruzione dei loculi del cimitero. -nella assurda lentezza della ordinaria amministrazione, causata anche dalla mancanza della nomina di un segretario comunale, interpellato occasionalmente solo per le singole giunte o consigli comunali”.
“Alla luce delle motivazioni sopra elencate e di altre che mi riserverò di rendere note ai cittadini, al fine di provare a ridare slancio e vigore al mio impegno amministrativo e cercare di risolvere le maggiori criticità, ho ritenuto opportuno richiedere al sindaco, durante una riunione di maggioranza avvenuta a fine maggio, la possibilità di poter entrare in giunta, come “conditio sine qua non”; richiesta, peraltro, legittimata dal consenso popolare personale ottenuto, che mi ha decretato primo eletto tra i candidati di sesso maschile dell’ultima competizione elettorale. Non avendo mai da quest’ultimo ricevuto alcuna risposta , a distanza di settimane, considero a malincuore conclusa la mia esperienza all’interno della maggioranza consiliare”.