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Brolo e la variante al Prg di via Carrubbera: per Legambiente è “urbanistica predatoria”

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Nella polemica al calor bianco tra minoranza e amministrazione comunale di Brolo sulla proposta di delibera, in discussione nel Consiglio Comunale di stasera, per adottare una variante al PRG e finalizzata a trasformare la destinazione di un’area centrale (via Carrubbera) da “Attrezzatura pubblica” a zona “B1 di completamento”, edificabile con indice di 5 mc/mq, si inserisce anche Legambiente Nebrodi, In una nota firmata da Enzo Bontempo e Antonio Traviglia, si scrive che “La variante permetterà alla proprietà beneficiaria di un simile regalo di realizzare nel terreno già vincolato per l’interesse pubblico un edificio a tre piani fuori terra ed uno interrato, per una superficie complessiva di circa 4.800 mq ed un volume complessivo di oltre 12.000 mc. Con tutta evidenza – affermano i rappresentanti di Legambiente – si tratta di una proposta che confligge col prevalente interesse generale di assicurare alla città una pianificazione ordinata ed equa. Qui invece, con una decisione amministrativa arbitraria, si spostano valori significativi in termini di rendita fondiaria, nient’affatto compensabili con la cessione al Comune di un locale di 200 mq e con il versamento degli oneri concessori dovuti per Legge, ma soprattutto si sottrae alla disponibilità pubblica la possibilità di realizzare attrezzature di interesse collettivo, la cui necessità era stata stabilita nel vigente strumento urbanistico generale. In un caso del genere si va oltre l’urbanistica contrattata per entrare nel campo dell’urbanistica predatoria. Legambiente annuncia fin d’ora la presentazione di osservazioni e ricorsi avverso la delibera di adozione della variante qualora il Consiglio si determinasse in senso favorevole alla proposta dell’assessore all’urbanistica. L’uso del territorio e la trasformazione di un’area per attrezzature pubbliche in lotto edificabile non possono essere decise con un provvedimento estemporaneo, alla vigilia delle elezioni e su richiesta dei proprietari: siffatta procedura introduce di fatto una surreale pianificazione à la carte. Le decisioni in una materia così delicata – concludono Bontempo e Traviglia – devono essere valutate all’interno di un Piano Generale dimensionato in relazione al trend demografico, che contenga le necessarie verifiche per la soddisfazione degli standards urbanistici e che sia sottoposto ad un dibattito nel quale siano coinvolte le componenti sociali del paese attraverso gli istituti di partecipazione”.