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Dal 3 al 6 aprile rinasce il Giro di Sicilia di ciclismo

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Le indiscrezioni dei giorni scorsi sono diventate una notizia ufficiale che fara’ felici gli appassionati isolani e chi, come il compianto orlandino Ciccio Ingrillì, si era speso tanto per portare da queste parti il grande ciclismo. Infatti dopo venticinque anni una corsa a tappe si svolgerà da queste parti poichè rinasce il Giro di Sicilia, svoltosi per l’ultima volta nel 1977 con vittoria di Beppe Saronni su Pierino Gavazzi (dal 1984 al 1994 l’isola è stata teatro della Settimana Ciclistica Internazionale). Ad organizzare l’evento è la principale società italiana, ovvero sia RCS Sport. La corsa, di categoria 2.1, si terrà già nel 2019: le date previste per questa edizione vanno da mercoledì 3 a sabato 6 aprile, con la data già ufficializzata dall’UCI. La settimana è particolarmente felice: l’unica corsa a tappe della medesima categoria che si svolgerà in contemporanea sarà il Tour of Thailand, dove con ogni probabilità nessuna formazione professionistica sarà presente. Nei prossimi giorni verranno rese note le tappe e le formazioni che saranno impegnate nella corsa siciliana ma è ovviamente scontato che la provincia di Messina sara’ teatro di una tappa sia per le caratteristiche dei percorsi che per la presenza del campione Vincenzo Nibali che ci auguriamo presente al ritorno del grande ciclismo nella sua terra d’origine. Con la denominazione di Settimana ciclistica internazionale ci fu continuità organizzativa e ancora i grandi campioni delle due ruote a sfidarsi sull’isola. Moreno Argentin nell’84 e nel ‘92, il compianto Laurent Fignon nel 1985, ancora Saronni nel 1986 e poi Michele Bartoli, Rolf Sorensen, Adriano Baffi e Phil Anderson. La Settimana ciclistica internazionale però salutò la Sicilia dopo il 1994 e adesso è nota agli appassionati come Settimana internazionale di Coppi e Bartali. Si svolge sempre al Nord però. La storia si ripete e qualcuno, ancora una volta, si è accorto delle potenzialità della Sicilia. Il clima, la morfologia e la bellezza del territorio sono punti a favore di una corsa che partirà con una categoria forse inferiore a quella cui potrebbe ambire. Meglio essere cauti e fare le cose per bene per non bruciare opportunità. Per gli appassionati siciliani che negli ultimi due anni hanno invaso i percorsi del Giro d’Italia, per i giovani ciclisti che hanno un’opportunità in più per vedere all’opera i loro campioni, per l’indotto che una manifestazione internazionale può generare, per le strutture ricettive, per gli stessi ciclisti professionisti che in quel periodo potranno scegliere una corsa nuova e per i corridori isolani che hanno fatto gioire l’Italia intera in questi anni. Ci voleva anche per la ricaduta economica garantita dall’ampia copertura televisiva da parte della Rai.