Il filosofo Umberto Galimberti all’Università di Messina

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    Il prossimo 29 gennaio, alle ore 17 presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Messina, il filosofo Umberto Galimberti sarà il protagonista dell’evento “L’uomo nell’età della tecnica”, organizzato dal Gruppo Caronte & Tourist, dalla libreria Bonanzinga e con il patrocinio della stessa Università peloritana e dall’Associazione ALuMnime.

    L’Autore, oltre alla notorietà in ambito accademico – è Professore ordinario di Filosofia della storia presso l’Università Cà Foscari di Venezia -, è conosciuto dal grande pubblico per la sua attività giornalistica e divulgativa del pensiero filosofico, dapprima collaborando con il “Sole 24 Ore” e, successivamente, con il quotidiano “La Repubblica”. L’opera di Galimberti si è concentrata principalmente sullo studio del pensiero di Karl Jaspers, della psicoanalisi di Sigmund Freud e Carl Gustav Jung, sull’analisi dei filosofi tedeschi Friedrich Nietzsche e Martin Heidegger e sul rapporto tra scienza e fede, viste non come ambiti necessariamente conflittuali ed inconciliabili, a differenza dell’opposta concezione prevalente soprattutto nel mondo occidentale.

    L’appuntamento che si terrà presso l’Ateneo non sarà l’unico che vedrà Galimberti impegnato a Messina; infatti, il giorno successivo, il filosofo affronterà il tema de “Il disagio giovanile nell’età del nichilismo” presso il Palacultura e vedrà coinvolti gli studenti degli istituti Maurolico, La Farina, Seguenza, Archimede, Verona Trento e Ainis.

    Come accennato, Galimberti è stato apprezzato dai lettori anche di formazione non prevalentemente filosofica per gli editoriali pubblicati su settimanali e quotidiani. In particolare, viene spesso ricordato lo spazio settimanale all’interno del magazine de La Repubblica “D – la Repubblica delle Donne”, in cui l’Autore si cura di rispondere ai dubbi, alle riflessioni ed anche alle speculazioni intellettuali indirizzate dai lettori al filosofo, talvolta legate a grandi temi, altre anche ai più – apparentemente – comuni aspetti della vita contemporanea e quotidiana.

    Proprio sul citato rapporto tra scienza e fede, Galimberti così si pronunciò in un articolo pubblicato su La Repubblica nel 2006: la ragione “sa” cosa dice mentre la fede “crede” in quel che dice. E siccome non “credo” che due più due faccia quattro perché lo “so”, tra fede e ragione non c’è parentela, né subordinazione gerarchica, come pretendono gli uomini di fede che collocano il loro credere al di sopra del loro sapere. Infatti non posso “credere” in ciò che “so”, e non posso “sapere” se è vero ciò in cui “credo”. In realtà l’area della fede si riduce man mano che avanza il sapere. Una volta, come ci ricorda Ippocrate, l’epilessia si chiamava “male sacro”; oggi a nessun medico e a nessun paziente verrebbe in mente di attribuire a Dio o agli dèi l’origine di questa malattia. Eppure, nonostante l’avanzamento del sapere sottragga a Dio numerose attribuzioni, la fede non si esaurisce perché, con gli scenari che dipinge, consente a ciascuno di sperare in un senso che garantisca la nostra vita, la quale spesso ha l’impressione di naufragare in un mare di insensatezza. Per questo la fede si trova sempre coniugata con la speranza. E questo nesso va indagato.

    Benito Bisagni