Omicidio Alfano: Musumeci ricorda il “giornalista scomodo”

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«Beppe Alfano, al quale mi legava una sincera amicizia e un sodalizio politico, era un giornalista ‘scomodo’ che non faceva sconti a nessuno. Una scelta, quella di volere fornire un’informazione libera e democratica, che ha pagato con la vita. Giornate come quelle di oggi servono per riflettere e sensibilizzare ancora di più l’opinione pubblica sull’importanza e sul ruolo fondamentale della stampa, ma anche per ricordare l’impegno di chi ha sacrificato la propria vita per questo modello di giornalismo».
Così, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, in occasione del 26mo anniversario dell’uccisione del corrispondente del quotidiano ‘La Sicilia’ da Barcellona Pozzo di Gotto.
Per l’ex presidente del Senato Pietro Grasso, Beppe Alfano è stato  «Un professore con la passione per il giornalismo che con la sua attività di cronista onesto e attento batté piste oscure. Quelle piste lo portarono a raccontare gli intrecci fra mafia, politica e imprenditoria in una provincia, quella di Messina, che molti ritenevano ‘babbà, non mafiosa. Beppe Alfano è tra i cronisti uccisi perché cercava la verità. Fu assassinato la notte dell’8 gennaio 1993. Lo ricordo oggi, come spesso faccio anche durante gli incontri con le associazioni e gli studenti, perché non ci siano più altri giornalisti uccisi per il loro lavoro. Perché sia sostenuto e difeso da tutti noi il giornalismo libero, che mette a nudo la corruzione, la criminalità organizzata, gli abusi e le inadempienze delle amministrazioni pubbliche. Facciamolo anche per onorare i tanti, troppi, cronisti uccisi».
Stamattina in via Via Marconi, sul luogo dell’omicidio, si è svolta la cerimonia di commemorazione organizzata dall’Amministrazione Comunale alla presenza dei familiari di Beppe Alfano e di una rappresentanza delle Forze dell’Ordine di Barcellona Pozzo di Gotto.