Patti: intitolata una strada al Prof. Michele Angelo Mancuso

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E’ stata intitolata al Prof. Michele Angelo Mancuso la nuova strada che, a Patti, collega la Contrada Santo Spirito (precisamente, dalla Concattedrale dei SS. Martiri del XX secolo) al quartiere Sant’Antonino. Dal punto di vista della viabilità, la nuova arteria darà un contributo rilevante al decongestionamento del traffico lungo le vie cittadine, consentendo di “tagliare” il percorso per raggiungere il centro della città. Ma, oltre al valore logistico, vi è quello simbolico dell’intitolazione ad uno dei cittadini più illustri ed amati di Patti. Il Prof. Mancuso, di professione docente di lettere, è stato uno studioso, scrittore, poeta ed intellettuale a tutto tondo senza trascurare, inoltre, gli studi in architettura che lo condussero al conseguimento della laurea presso l’Università di Venezia, in omaggio al figlio prematuramente scomparso. Adesso, Patti ha voluto simbolicamente ricambiare quanto ricevuto, con un atto che sarà di concreto ausilio alla memoria di un uomo così generoso verso i propri concittadini. Durante la cerimonia, alla presenza del Parroco della Cattedrale, Don Enzo Smriglio, del Sindaco Giuseppe Mauro Aquino, della Giunta Comunale al completo e della famiglia Mancuso, sono state ricordate le virtù del Professore, in modo genuino e spontaneo, senza toni eccessivamente emotivi o retorici che quest’ultimo, certamente, non avrebbe condiviso. Piuttosto, le parole delle Autorità intervenute e dei familiari hanno ancora una volta evidenziato, in particolar modo, l’umanità, la sensibilità e la profonda cultura del Prof. Mancuso, doti grazie alle quali instaurò rapporti sinceri con gli studenti e che lo condussero, inoltre, alla stesura di opere di grande pregio letterario, tra le quali è possibile ricordare “I Fiori del mandorlo”, “Rapsodia paesana”, “Sonata per chitarra e lampione”, “Sulla costa alta” e la meravigliosa raccolta di poesie “Siamo fatti di tempo”.
Ancora, è anche grazie al Prof. Mancuso se molti personaggi e momenti significativi del passato sono stati strappati ad un ingiusto oblio; la brigata che Quasimodo cantò in “Vento a Tindari”, il Caffè Galante, il giornale “Vita Nostra”, le fasi della seconda guerra mondiale e l’arrivo degli americani nel 1943, solo per citarne alcuni.
Per questo, è da ritenersi più che apprezzabile l’iniziativa del Comitato Pro Caffè Galante, condotta in primis dal suo promotore Nino Galante, di proporre l’intitolazione di una strada al benemerito concittadino; allo stesso tempo, va positivamente giudicata la solerzia con cui l’Amministrazione comunale ha accolto e concretizzato la proposta. Infatti, la legge impone che l’intitolazione di un luogo urbano sia possibile decorsi almeno 10 anni dalla morte della persona a cui lo si voglia dedicare; nel caso di specie, ciò è avvenuto proprio nell’immediatezza del decimo anniversario della scomparsa del Prof. Mancuso.
L’auspicio, dunque, è quello che anche i più giovani, leggendo il nome di questo grande intellettuale e uomo, possano perpetuarne il ricordo ed andare alla scoperta della sua opera.

Benito Bisagni