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Orlandina basket se ci sei batti un colpo a Rieti

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L’Orlandina basket è donna e nella giornata dedicata a quelli che combattono la violenza contro il gentil sesso l’augurio è che riesca a sbancare Rieti per rimettersi in carreggiata play-off del girone Ovest di A2 dopo 3 ko di fila ed un bilancio di 4 vinte e 4 perse, riaccendendo l’entusiasmo e le speranze dei tifosi ed alimentando l’autostima su un gruppo chiamato a dimostrare che oltre i due Usa e capitan Bruttini c’è altro. Quindi, baby Lagana’ e Donda a parte, auspichiamo che battino un colpo i deludenti Mei, Bellan e Lucarelli. A presentare la sfida laziale, in diretta su Radio Italia anni 60 dalle ore 17, coach Marco Sodini che dal PalaSojourner di Rieti chiede risposte prima di provare magari a riparare sul mercato. “E’ stata una settimana improntata su tre parole chiave – spiega il tecnico toscano -: consapevolezza, responsabilità e fatica. L’impressione che abbiamo avuto è che non ci sia stata la consapevolezza che certe situazioni necessitano di una presa di responsabilità. All’interno di una squadra, a prescindere dai ruoli, ci sono delle gerarchie che determinano dei comportamenti e da questo punto di vista dobbiamo certamente migliorare. Per quanto riguarda Rieti è sicuramente una squadra che gioca molto bene, profonda e con un ottimo allenatore. I giocatori principali hanno molta esperienza, tra cui cito Adegboye, Jones, Gigli, Casini, Tomassini e sicuramente il fattore campo, storicamente uno dei più caldi d’Italia, sarà dalla loro parte. Ma noi dovremo farci trovare pronti, abbiamo lavorato duramente in settimana, come non mai probabilmente e vogliamo ricevere dei segnali positivi da parte dei ragazzi. I segnali devono portare al fatto che, dei ragazzi che ancora non sono professionisti, lo sono solo formalmente, devono rispondere positivamente all’opportunità che questo club gli ha concesso. Non è accettabile che il percorso che stiamo facendo sia intaccato dalla superficialità in alcune scelte fatte. Per la rubrica “Dacci oggi il nostro quadro quotidiano” propongo un quadro di Telemaco Signorini, uno dei primi macchiaioli, denominato “L’alzaia”. Il dipinto raffigura dei contadini che stanno faticando a trascinare una zattera fuori dall’acqua con una corda (l’alzaia appunto), nell’indifferenza generale della borghesia locale. La cosa che ci importa in questo caso è la fatica: non esiste una cosa buona che si possa ottenere senza sacrifici. Giocare a Capo d’Orlando è un privilegio, lo è per me e lo deve essere anche per i giocatori, ma tutti i privilegi vanno meritati, con il lavoro e la fatica. Poi sta a noi capire se chi ha faticato merita o meno di stare in campo, ma non si può non prescindere dal lavoro in campo ogni giorno. Non ho dubbi che ci sarà uno sforzo in questa direzioni dei miei ragazzi, però dobbiamo avere la consapevolezza che, giocando con leggerezza come fatto nell’ultima gara, non potremo raggiungere i risultati che vorremmo avere. oi continuiamo ad essere ambiziosi, ma bisogna avere la consapevolezza di conoscere se stessi, per poter dare in campo ciò che gli altri si aspettano. Ho chiesto a Basile di venire per parlare con i ragazzi, per provare, dall’alto della sua esperienza, a spiegare emotivamente come si prepara una partita a un ragazzo giovane”.