A quasi un anno di distanza dall’attivazione dell’Emodinamica presso l’Ospedale di Patti, è già tempo di un primo bilancio. E, considerati i numeri ed i risultati raggiunti, il “saldo” è più che positivo. Più di seicento interventi eseguiti da parte dell’équipe diretta dal Dottor Salvatore Garibaldi, cardiologo interventista responsabile dell’unità operativa, rappresentano un chiaro indice di quanto il territorio che gravita e dipende sul piano sanitario dal nosocomio pattese avesse non solo l’esigenza, bensì la vera e propria necessità di un solido presidio. D’altronde, l’Emodinamica costituisce un fondamentale “servizio salva-vita”: intervenire in tempo utile (ovvero, nel giro di un’ora o due al massimo) in caso di insorgenza di urgenti patologie coronariche e per l’infarto miocardico acuto è indispensabile per salvare la vita e la salute del paziente. E la rapidità dell’intervento può essere assicurata solo dalla vicina presenza di una struttura che possa garantirne l’esecuzione. La presenza dell’Emodinamica a Patti, dunque, ha consentito e consentirà di ridurre drasticamente i rischi legati ai tempi del trasporto del paziente alla struttura meno distante, considerata anche la vastità del territorio e della popolazione che ad essa fa riferimento. Il primo traguardo, dunque, è stato quello di averne ottenuto l’attivazione, anche grazie agli sforzi compiuti dal Direttore Generale dell’Asp di Messina, dott. Gaetano Sirna e da altri dirigenti e medici che per essa si sono concretamente battuti. Adesso, la sfida si concentra sul potenziamento del servizio sanitario: allo stato attuale, vista l’assenza di ulteriori emodinamisti, l’unità è operativa solo h12, mentre l’obiettivo è quello di una copertura totale, cioè h24, sette giorni su sette.
A margine di una conferenza organizzata dal Rotary Club di Patti – Terra del Tindari durante la quale sono stati presentati il lavoro compiuto e gli obiettivi raggiunti e da raggiungere, abbiamo rivolto alcune domande al responsabile dell’Emodinamica pattese, dott. Salvatore Garibaldi.
- Dottor Garibaldi, quali sono stati i risultati raggiunti dal reparto di Emodinamica da Lei diretto in questo primo anno di attività?
Sono passati undici mesi dall’inizio dell’attività ed il numero di procedure eseguite si attesta intorno a seicento; precisamente, si tratta di seicentotredici procedure, suddivise tra coronarografie, angioplastiche e angioplastiche primarie, che sono quelle eseguite in occasione degli STEMI, infarti con elevazione del tratto ST. Inoltre, abbiamo anche compiuto intereventi su distretti arteriosi periferici. Si parla, quindi, di arterie iliache, arterie femorali, carotidi ed anche del piede diabetico.
- Perché è fondamentale la presenza, in questo territorio, dell’Emodinamica?
La presenza dell’Emodinamica è così importante proprio perché il territorio di riferimento è molto vasto; chiaramente, le patologie tempo-dipendenti, per la loro natura, impongono una realtà operativa presente sul territorio. Altrimenti, la conseguenza è l’impossibilità che queste vengano curate in tempo utile. Per cui, un intervento in elezione (intervento programmabile e non d’urgenza, nda), pur con tutti i disagi che può comportare, può anche essere eseguito ad una certa distanza temporale. Al contrario, per le patologie tempo-dipendenti, dove tutto si gioca nell’arco di circa due ore, è chiaro che se la realtà operativa non è proprio nel luogo o nelle vicinanze, non si riuscirà ad ottenere risultati efficaci.
- Quali prospettive ha l’Emodinamica? Di cosa si avrebbe bisogno affinché il servizio funzioni h24?
Attualmente, il servizio funziona al 50% e, perché arrivi a funzionare al 100% c’è la necessità di avere almeno un altro emodinamista.