La bufera che ha sconvolto il Consorzio Autostrade ha messo in luce un sistema collaudato che riguarda quasi 70 progetti finanziati tra il 2012 e il 2013, molti irregolari, altri addirittura inesistenti. L’attività della Dia nasce da una costola dell’Operazione Tecno che nel 2014 portò all’arresto di due funzionari del Cas per la gestione irregolare degli appalti. Secondo quanto emerso dalle indagini, fondi pubblici sarebbero stati distribuiti a tavolino, premi di produzione “a pioggia”: il Cas è stato così utilizzato come bancomat da una cerchia di dipendenti e dirigenti compiacenti. Eseguite 12 misure interdittive disposte dal Gip del tribunale di Messina a carico di dirigenti e funzionari. Tra questi anche il Sindaco di Montagnareale Anna Sidoti.
“L’operazione – afferma il capo centro della Direzione investigativa antimafia di Catania, Renato Panvino – è ancora in corso in diverse città siciliane dove sono presenti investigatori Dia impegnati nella notifica dei provvedimenti ai dipendenti del Cas, con perquisizioni domiciliari e negli uffici. E’ la prosecuzione dell’operazione già condotta sempre dalla Dia nel 2015 nei confronti di imprenditori e funzionari del Consorzioáper le autostrade siciliane che ha fatto luce sull’affidamento degli appalti a ditte compiacenti con modalità di corruzione”.
“Le operazioni – ha sottolineato il capo centro della Dia di Catania, Renato Panvino – sono ancora in corso e i provvedimenti sono in corso di esecuzione”.