Spadafora: Grande partecipazione al convegno “Le donne si raccontano”

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SPADAFORA- La mimosa come decorazione e un nastro rosso al polso per le donne. L’uguaglianza nelle differenze. Lavorare con i giovani per una giusta educazione culturale. Dobbiamo metterci tutti in gioco per cercare di porre dei rimedi concreti, fuori da ogni retorica. Sono stati numerosi gli spunti emersi dal meeting “Le Donne si raccontano”. Un confronto intenso, ospitato dalla Lute del centro tirrenico, nella sala convegni del museo dell’argilla in collaborazione con il Soroptimist International Spadafora “Gallo-Niceto”, promotore dell’iniziativa. Ad aprire i lavori Franz Farsaci, referente dell’Università per la terza età di Spadafora. A dare il benvenuto il vicesindaco Tania Venuto. La docente Nella Trimarchi ha letto una poesia di Antonio Cattino. A presentare il Soroptimist, il cui club della cittadina è nato lo scorso 12 novembre, è stata la presidente Maria Luisa Pino che ha moderato il convegno. La stessa ha letto le finalità statutarie dell’organizzazione tutta al femminile. Ad aprire ufficialmente gli interventi la prof. Giusy Furnari dell’Università degli Studi di Messina e vertice del Soroptimist della città dello Stretto. Ha descritto tale realtà come un luogo dove mettere in rete le direttive del nostro territorio anche attraverso le donne. Lo stesso vale per la crescita del genere umano, di una popolazione intesa non solo in termici numerici, ma dell’essere, del rispetto della vita, dei valori. Insomma è necessario coniugare i diritti umani con il linguaggio femminile. A tal proposito, la prof. Furnari ha evidenziato come i diritti dell’uomo e del cittadino, quelli universali sono sempre stati associati al maschile. Ha quindi contestualizzato anche a livello filosofico riportando vari esempi. A seguire ha preso la parola Antonella Saracino, presidente dell’accademia “Cube Art” che ha creato uno sportello d’ascolto per dare un supporto alle donne. Ampio excursus da parte della prof. Marianna Gensabella dell’ateneo peloritano. Ha evidenziato come abbiamo dovuto aspettare i conflitti mondiali affinché le donne potessero giungere nel luogo “pubblico” dove sono arrivate per necessità. La bellezza di potersi raccontare. Il cammino intrapreso per l’uguaglianza e come i luoghi del potere sono sempre stati pensati e vissuti al maschile. L’avv. Carmen Currò, presidente del Cedav si è concentrata sulla violenza contro le donne ricordando la lotta che il centro di Messina porta avanti da circa 30 anni. Si è soffermata sul fatto che, nonostante siano stati raggiunti grandi traguardi ed a fronte delle conquiste conseguite da parte delle donne, ci imbattiamo in continui fatti di cronaca che testimoniano come la violenza continui ogni giorno. L’antefatto è il silenzio di 3 mila anni. Ha tracciato un resoconto sulle leggi degli ultimi decenni evidenziando come il dibattito sulla violenza in Italia sia giovane e non si colgano tanti profili. L’uguaglianza nelle differenze si può raggiungere solo puntando e investendo sulla formazione dei giovani. Spesso la violenza è psicologica. L’avv. Currò ha sottolineato che l’obiettivo di chi combatte per contrastare la violenza contro le donne è quello di mettersi in gioco. Di fatto bisogna riconoscere che è un dramma ed una battaglia dell’umanità. La società deve cercare di porre dei rimedi fuori da ogni retorica. È necessario lavorare sulla cultura affinché i ragazzi cambino mentalità. Ha quindi accennato anche ai progetti portati avanti nelle scuole, con i giovani. Le insegnanti oggi hanno una grande responsabilità, ma ci deve essere anche tanta formazione.

Veronica D’Amico