Uno dei modelli più venduti nella categoria, una vettura che già conosciamo da anni, ma che oggi viene rivisitata per diventare una supercomfort tutta tecnologia e bassi consumidi ILARIA SALZANO
Nessun messaggio di benvenuto per la nuova Alfa, nonostante dopo qualche ora stampa, autorità, e competitor l’abbiano accolta con molto calore. “Finalmente torniamo a correre insieme”, twitta Mercedes. “Bentornato orgoglio italiano”, scrive invece Pagani. Perfino Henri Ford si sarebbe tolto ancora una volta il cappello come era consono fare davanti alle Alfa delle vecchie glorie, quando da Casa madre parte un messaggio di benvenuto: “Ci vediamo in pista!”. Ma i tedeschi di Audi no. Alcun accenno. Il segmento gli sta talmente a cuore che è meglio non esporsi, forse: il momento è delicato. Il giorno dopo, siamo già ad Ingolstadt, vicino ai riflettori che illuminano la nuova ammiraglia, una A4 allo stato dell’arte, come può esserlo solo un’auto arrivata alla quinta generazione. Uno dei modelli più venduti nella categoria, una vettura che già conosciamo da anni, ma che oggi viene rivisitata per diventare una supercomfort tutta tecnologia e bassi consumi.
Qui, alla stessa maniera della Giulia nessuna informazione è trapelata, alcuna immagine è stata volutamente diffusa. Neanche dopo la preview. Ancora effetto sorpresa o ansia da primato? Chissà. Una cosa è certa, dal 1972 A4 ha raggiunto 12 milioni di unità vendute e oggi più che mai mostra armi affilate con cui riuscire a “sopravvivere” bene per i prossimi anni. Ulrich Hackenberg stesso – consigliere d’amministrazione con delega alla ricerca e allo sviluppo
– la chiama “miracolo tecnologico”, facendo spallucce alla concorrenza italiana, a quanto pare: “No, non l’ho vista ancora: l’Alfa mi è sempre piaciuta ma ci volevano troppi soldi per averla”. La battuta è pungente e fa sorridere, ma l’attenzione si sposterà ora inevitabilmente sui listini, previsti per il salone di Francoforte. Del resto se si punta ancora alla clientela della versione berlina – che a livello mondiale per A4 conta l’80% del fatturato nel segmento – l’esordio ad Arese non l’avranno preso poi così sottogamba, come fanno pensare: la nuova Alfa sarà una delle competitor, oltre alla storica Bmw serie 3, la Mercedes Classe C.
Il debutto è da star dunque. A4 è mostrata nello studio fotografico, disturbata tra uno scatto e l’altro durante lo shooting. Sono le linee del nuovo design a mostrare luci e riflessi della carrozzeria, un linguaggio stilistico cambiato poco ma in grado di far sembrare la vettura più sportiva, piantata a terra, con calandra tridimensionale, cofano avvolgente, a ricordare quello della TT. Tra i gruppi ottici rivisitati, i posteriori a led hanno spigoli acuti, al limite del fattibile: aumenta l’aerodinamica studiata fin nei dettagli, il coefficiente scende a 0,23 per la versione berlina, fissando il benchmark nella propria categoria. Dietro c’è un nuovo spoiler, sullo specchietto compaiono delle nervature a ridurre il fruscio, e con l’alleggerimento totale di 120 kg, tra carrozzeria, sospensioni e motori, Audi riesce anche a guadagnare nuovi record in termini di emissioni e consumi: per il 2.0 TDI dichiarano solo 3,7 litri/100 km e 95 grammi di CO2 per km. Al lancio saranno disponibili in tutto 7 motori tra benzina e diesel: tre TFSI e quattro TDI, da 150 CV (110 kW) a 272 CV. Confermata inoltre anche la versione della Avant g-tron, con alimentazione benzina/metano equipaggiata con il 2.0 TFSI da 170 CV, che all’Italia, amante delle station, potrebbe piacere dato poi la leggerezza del veicolo: 1320 kg in tutto
Promettono una nuova esperienza a bordo, tanto per chi guida che per i passeggeri. “Nel 1994 fra i primi progetti a cui ho lavorato nel gruppo c’era l’A4 – commenta Ulrich Hackenberg – è stata una macchina importante per le innovazioni che introdusse, e oggi ancora possiamo dire lo stesso”.
Il guidatore guadagna cm in altezza e arriva ad avere fino a 3 monitor: l’head up display (su richiesta), un led sul cruscotto su cui può cambiare grafica e colori, oltre al monitor centrale, autonomo, dedicato per lo più all’ospite a fianco, ora più attivo che mai. Può smanettare con le funzioni di informazione e connettività, connettere fino ad 8 device per navigare in hotspot – se non si è scelto comunque di avere i tablet integrati per il posteriore – attivare l’apertura di cancelli e ingressi di casa (mentre il conducente ha gli occhi sulla strada) ricaricarsi il cellulare con la phone box ad induzione. Per il guidatore invece un vero e proprio assistente di efficienza fa interagire i dati di navigazione per scegliere lo stile di guida più adatto, a seconda del percorso che si sta facendo (curve, pendenze…), mentre quando si rimane imbottigliati nel traffico, ecco, qui si possono togliere anche le mani dal volante: l’adaptive cruise control Stop&Go comprende il sistema di assistenza alla guida in colonna. “Un primo passo verso la guida autonoma, con cui pian piano abitueremo i conducenti”, conclude Hackenberg. In fondo non è una novità che il Marchio dei Quattro Anelli i progetti li studi al dettaglio. Ormai fa notizia il contrario. Per il carico ad esempio – si va dai 505 a 1510 litri di capacità per la station – su questo nuovo modello troviamo di serie il portellone elettrico che, per eliminare un vecchio problema di visibilità posteriore, questa volta include già la copertura automatica dei bagagli.