Un’operazione antimafia che avrebbe azzerato i vertici delle cosche di Cesarò e Bronte è stata coordinata dalla Dda della Procura di Catania che ha disposto il fermo di una decina di indagati. Il provvedimento è stato eseguito da carabinieri del Ros del capoluogo etneo. Tra i destinatari dei fermi anche i presunti capi dei due gruppi, Giovanni Pruiti e Salvatore Catania. La Procura chiederà la convalida dei fermi al Giudice per le indagini preliminari. Secondo le accuse, contadini e allevatori venivano costretti con minacce e intimidazioni a cedere i loro terreni per riuscire a scavalcare il “Protocollo Antoci”. In questo modo riuscivano ad accedere ai contributi europei per l’agricoltura senza passare da quel certificato antimafia che viene richiesto ormai da un anno a chi stipula contratti di affitto di terreni pubblici con le amministrazioni locali. Non appena appresa la notizia, il sindaco di Troina si è congratulato con le autorità: «Notizie come questa ci fanno sperare in un futuro diverso e migliore – ha detto Fabio Venezia – e soprattutto ci danno la consapevolezza che il sacrificio e la perdita della libertà personale non sono stati vani. Congratulazioni vivissime all’Arma dei carabinieri del Ros e alla magistratura per l’eccellente lavoro svolto». “Sono contento – afferma il Presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci – che il percorso di legalità e sviluppo che stiamo portando avanti continua e che stiamo liberando la Sicilia da un malaffare che durava da anni e che toglieva dignità agli agricoltori ed allevatori onesti. Tengo a ringraziare particolarmente i Carabinieri del Comando Provinciale di Messina, i Ros di Catania e la Compagnia di Santo Stefano di Camastra ed un ringraziamento particolare alla Dda di Catania – conclude Antoci – che continuano a dimostrare impegno, responsabilità e dedizione”. “Il 23 febbraio – conclude Antoci – sarò a Roma alla Camera dei Deputati per presentare la Legge che di fatto allarga il Protocollo di Legalità a tutta Italia facendolo definitivamente diventare legge dello Stato. Questa è l’antimafia dei risultati e che trova credibilità nel lavoro e nella condivisione dei più alti valori della Legalità”.