“E’ un risultato concreto: abbiamo messo un punto ad un problema annoso che abbiamo ereditato. Non parliamo di semplice proroga, non sono promesse, ma risposte serie, fondamenta solide su cui costruire la stabilizzazione”. Così, Giuseppe Laccoto, Presidente della Commissione Attività Produttive all’Ars, commenta il voto dell’Assemblea con cui si consentono le proroghe dei contratti e si avviano le stabilizzazioni dei precari siciliani.
“Credo che abbiamo dato riscontro alle legittime istanze di migliaia di contrattisti prigionieri da 25 anni nella morsa del precariato. Così, ad esempio – afferma Laccoto – i 5268 Lavoratori Socialmente Utili possono proseguire l’attività fino al 2019, ma, in alternativa, coloro per i quali sono necessari non meno di 10 anni per raggiungere i requisiti di pensionabilità, possono anche scegliere di abbandonare il bacino di appartenenza in cambio della corresponsione di una indennità pari a 5 anni dell’assegno di utilizzazione come Asu”. “Risposte ci sono anche per i precari in servizio nei Comini in dissesto, per i quali è consentita la proroga ma non è possibile avviare le procedure per la stabilizzazione. Per loro la scelta è entrare a far parte di una agenzia regionale o attendere, nel Comune di appartenenza, la fine del periodo di dissesto fissato in tre anni”. Laccoto precisa poi che la Regione “garantisce la copertura del fabbisogno degli enti per la spesa dei contratti prorogati”. In particolare, “la spesa dei lavoratori in servizio presso le ex province è a carico della Regione, mentre per coloro che sono in servizio nelle aziende sanitarie il costo è carico degli utilizzatori. Per quelli in servizio negli altri enti, il costo sarà ripartito da Regione ed ente utilizzatore sulla base del livello di contribuzione del 2015”. Si è voluto poi aiutare i Comuni che spesso sono andati in sofferenza, costretti ad anticipare i fondi per il pagamento degli stipendi dei precari. “Per il 2017 – prosegue Laccoto – la Regione anticiperà agli enti locali il 60% dovuto come contribuzione in rate trimestrali da chiudere entro l’anno”.
“Adesso bisogna ottenere dal governo nazionale una deroga ai patti di stabilità e ai limiti dati al personale per procedere con la stabilizzazione dei precari nei Comuni dove prestano servizio. L’approvazione di questa norma rappresenta un atto dovuto – conclude l’on. Laccoto – che chiude la lunga attesa di migliaia di lavoratori. Per la prima volta dopo 30 anni si avvia un percorso per la stabilizzazione dei precari e tutto ciò è frutto di una precisa volontà che vuol porre fine ad un capitolo buio della storia politica e lavorativa siciliana”.