Truffa su fondi agricoli, sequestri e denunce a Capizzi

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La Procura della Repubblica di Enna ha scoperto una maxi frode sui fondi per l’agricoltura in Sicilia. Disposto il sequestro per equivalente di beni per 500mila euro nei confronti di tre indagati di Capizzi, accusati, in concorso con altre cinque persone, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso e riciclaggio, in riferimento a contributi comunitari per l’agricoltura erogati tramite l’Agea in favore di aziende a loro riconducibili. L’indagine, ancora in corso nei confronti di centinaia di altri soggetti delle province di Enna, Catania e Messina, ha accertato assegnazioni di fondi indebite per oltre 80 milioni di euro. Il provvedimento, disposto dal Gip Elisabetta Mazza ed eseguito dal Corpo Forestale dello Stato e dalla Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Tributaria di Enna.
Secondo le risultanze dell’inchiesta “l’inadeguatezza dei controlli sull’agricoltura effettuati in questi ultimi dieci anni ha permesso la creazione di un sistema di frodi con utili paragonabili a quelli del traffico delle armi o della droga, ma con minori rischi dal punto di vista penale”. La Procura contestualmente ha proceduto all’applicazione di due misure cautelari dell’obbligo di presentazione.
I falsi e le truffe sarebbero stati realizzati e agevolati grazie alla complicità dei Centri assistenza agricola, che permettevano che le credenziali loro assegnate dal Sistema informatico agricolo nazionale per l’inserimento e validazione dei dati contenuti nei fascicoli delle aziende agricole, e legate in modo esclusivo all’operatore del Caa o al responsabile di sede Caa, venissero utilizzate anche da terzi compiacenti. L’indagine, spiegano gli inquirenti, “conferma in modo inequivocabile che i soggetti interessati non solo utilizzavano indebitamente particelle catastali di terreni ricadenti nel territorio siciliano, ma dichiaravano anche il possesso o la proprietà di beni demaniali sia in Sicilia che in altre regioni d’Italia, attraverso la presentazione di falsi contratti di conduzione e dichiarazioni sostitutive”.