Terme Vigliatore, dopo “Zanna” altri tre arresti

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Dopo l’arresto di Zanmir Dajcaj, rintracciato a Terme Vigliatore e chiamato a scontare 12 anni di reclusione per associazione mafiosa, gli sviluppi investigativi hanno consentito ai Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto di arrestare altri 3 pregiudicati e denunciare a piede libero una quarta persona, minorenne, per detenzione e porto illegale di arma e munizionamento, nonché ricettazione in concorso. Dopo l’arresto del 43enne albanese, ritenuto elemento di spicco dell’ala mazzarrota della famiglia mafiosa barcellonese i carabinieri hanno continuato a monitorare con attenzione il casolare abusivo di contrada “case bruciate”, ritenendo che il rifugio, ben nascosto da sguardi indiscreti poiché recintato con alte protezioni oscuranti, non era soltanto il nascondiglio d Dajacj, ma anche un punto di ritrovo per la gestione di attività illecite. Così, dopo giorni di appostamento, i militari hanno notato la presenza di 4 soggetti, giunti a bordo di un autocarro, che, una volta entrati nel vivaio abusivo di Zanna, hanno tentato di interrare un voluminoso involucro in plastica. Immediatamente i militari hanno fatto irruzione bloccando i quattro soggetti prima che potessero fuggire. Le manette sono scattate per Giuseppe Trifirò, 30 anni, Tindaro Campanino, 26 anni e Costantino Bartolo, 31 anni. Nella busta che stava per essere interrata, i militari hanno rinvenuto un fucile da caccia calibro 12, perfettamente funzionante e di ottima fattura, nonché un ingente quantitativo di munizioni che erano custodite in bocce di vetro opportunamente sigillate, forse per resistere all’umidità del terreno. Dai riscontri fatti, è emerso che il fucile era stato rubato in una abitazione di Barcellona Pozzo di Gotto nel gennaio 2016. Sarà ora compito dei tecnici del R.I.S. di Messina stabilire se l’arma è già stata adoperata per commettere reati o fatti di sangue. I Carabinieri hanno quindi proceduto al sequestro di tutta l’area, circa 3500 metri quadrati, recintati da alte palizzate e teli ombreggianti, oltre al fabbricato abusivo che era stato ricavato all’interno. I tre arrestati sono finiti ai domiciliari in attesa dell’udienza di convalida.