Emergenza rifiuti, ecco i rischi per la salute dei cittadini

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Il medico Nicola Commisso

REDAZIONE – “In Sicilia discariche piene tra sei mesi”; l’allarme su una paventata emergenza igienico-sanitaria legata alla mancata raccolta e al conseguente smaltimento dei rifiuti nelle nostre città, è stato lanciato qualche giorno fa direttamente dal titolare del dicastero all’Ambiente Gianluca Galletti il quale ha dichiarato senza mezzi termini la sua preoccupazione nel corso dell’audizione in commissione Ambiente al Senato.

Ma quali possono essere gli effetti di una simile vicenda sulla nostra salute e quale l’impatto nella vita di tutti i giorni? Lo abbiamo chiesto al dottor Nicola Commisso, medico di base convenzionato col SSN, specialista in igiene e medicina preventiva, che opera a Sant’Agata Militello.

Quali patologie o complicazioni possono crearsi a seguito della presenza dei rifiuti nelle nostre strade? Le maggiori e più preoccupanti malattie che possono più facilmente essere riscontrate legate a questo aspetto, sono la lesmaniosi, parassitosi intestinali, toxoplasmosi; chiaramente le patologie sono innescate dal tempo di giacenza dei rifiuti. Prima si ritirano meno potrà manifestarsi la presenza di felini randagi, ratti o altri insetti che potrebbero essere pericolosi per la salute umana.
La presenza di cumuli di rifiuti nelle nostre strade per più giorni, potrebbe inficiare la qualità dell’aria, dell’acqua e dei prodotti che quotidianamente consumiamo o con i quali siamo a contatto? Ovviamente si a causa del percolato che potrebbe penetrare nel terreno inquinando le falde acquifere utilizzate per molteplici scopi giornalmente da tutti noi e conseguentemente contaminando pozzi, coltivazioni.
Nei soggetti considerati più deboli come bambini, anziani o persone con patologie già in atto, quale può essere un aggravamento delle condizioni e in che termini questo potrebbe acuirsi creando un pericolo concreto per la salute? La condizione di partenza deve essere quella di non subire incendi di cumuli di rifiuti i cui fumi sprigionati nell’aria dalla combustione, potrebbero essere inalati da ciascuno e non solo dai soggetti in questione; resta fermo il fatto che sia in soggetti di fasce più deboli come quelli presi in esame, che anche in soggetti sani, ogni azione insalubre potrebbe generare aggravamenti o determinare l’insorgere di nuove patologie anche gravi. Quali accorgimenti possono essere adottati per scongiurare l’insorgere di eventuali malattie? La raccomandazione da fare è di non portare in giro i sacchetti con i rifiuti indifferenziati ma, laddove fosse possibile, circoscriverli in un ricovero al riparo da fonti calore o da eventuali assalti da parte di randagi; in secondo luogo è bene ricordare che il composto organico può e deve essere separato dal resto dei rifiuti e, perché no, anche depositato nell’eventuale orto o giardino di casa se ci fossero; nei casi più problematici, dotarsi di una mascherina per mitigare gli effetti legati all’inalazione di tossine. Siamo preparati a livello sanitario, con l’utilizzo di protocolli, a gestire eventuali acutizzazioni di patologi legate alla presenza dei rifiuti? Certamente esistono farmaci che possono contrastare e curare alcune conseguenze create da un’eventuale malattia, tuttavia, nel malaugurato caso di un’epidemia, ad esempio, di tifo o colera bisognerà attivare tutti i canali predisposti dalle Asp per far fronte all’emergenza allertando i reparti dove si curano le malattie infettive, ma questo è uno scenario che non ci auguriamo di dover affrontare contando in primis sulla coscienza e il buonsenso dei cittadini e , inoltre, anche sugli eventuali provvedimenti che verranno adottati dalle varie amministrazioni per scongiurare queste ipotesi.