La Sicilia è di nuovo in emergenza rifiuti con gravi danni per la salute e la qualità della vita dei cittadini e pesanti ripercussioni sul turismo. Tutto questo in piena estate, quando le alte temperature peggiorano la situazione e i turisti avrebbero il diritto di assistere a ben altri spettacoli mentre spendono i propri soldi nelle principali mete culturali e balneari dell’isola.
La situazione attuale è il risultato di anni di emergenza sotterranea, di negligenze più o meno interessate e di rimpalli di responsabilità: ancora oggi, nel 2016, in Sicilia mancano gli impianti necessari a gestire una vera raccolta differenziata e, secondo i dati ISPRA relativi al 2014 (gli ultimi utili), tutte le Regioni italiane raggiungono una percentuale di raccolta differenziata in crescita eccetto la Sicilia che, in contrazione, raggiunge il 12,5% rispetto al 2013 che era al 13,3%. Anche la Calabria aumenta dal 14,8% del 2013 al 18,6 del 2014. La Campania arriva al 47,6%.
In Sicilia, nelle tre città maggiori, i chili di rifiuti differenziati per abitante sono pochissimi: a Messina 35 kg/abitante per anno, a Palermo 42 kg, a Catania 61 kg.
“E’ arrivato il momento – afferma il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa – che politici e amministratori pubblici smettano di giocare a scarica barile. E’ fondamentale attivare forme di coordinamento tra tutti i soggetti interessati e favorire la partecipazione stabile dei cittadini per fronteggiare questa situazione creata dall’inerzia, dalla incapacità e dalla mancata volontà politica”.
Per questo le strutture territoriali di Federconsumatori sono state già mobilitate alla vigilanza ed alla denuncia delle criticità ed inefficienze che non devono ricadere su aumenti indiscriminati della tariffa rifiuti, che in Sicilia in media è già ben oltre la media nazionale.
“Non permetteremo – conclude La Rosa – che questa ennesima emergenza costruita a tavolino venga presa a pretesto per aumentare i costi a carico dei cittadini consumatori, in un disperato tentativo di appianare il mostruoso debito da 1,5 miliardi di euro accumulato nei decenni dal (non) sistema rifiuti siciliano”.