Monforte S. Giorgio, la battaglia di mamma Caterina per il cuore di Stefania

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MONFORTE SAN GIORGIO – Non si ferma Caterina Rizzo, mamma di Stefania, che ormai da diversi anni ha intrapreso una battaglia coraggiosa a difesa del Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo di Taormina. Scende nuovamente in campo, spinta dalla disperazione, per continuare a garantire alla figlia, affetta da una cardiopatia congenita, il diritto ad essere assistita. Ed ancora una volta per di no a qualsiasi ipotesi di chiusura o al trasferimento del reparto d’eccellenza dell’ospedale San Vincenzo, convenzionato con il Bambin Gesù di Roma, a Palermo. Il cuore di Stefania, in cura da 4 anni a Taormina,  è costantemente monitorato attraverso un microchip satellitare impiantato circa un anno fa. «Mi auguro che la politica abbia come principale obiettivo la vita dei bambini e dei ragazzi, come nel caso di mia figlia -ha ribadito Caterina-. Si faccia un reparto di cardiochirurgia pediatrica a Palermo, ma non smantelliamo Taormina». Una mamma che parla a nome dei tanti genitori che hanno ritrovato, grazie a questo polo, una speranza per i loro figli affetti da patologie e malformazioni cardiache gravi provenienti da tutta la Sicilia orientale e dalla Calabria. Una questione, affrontata lo scorso 8 marzo a Taormina, dove è emersa la contrarietà al trasferimento. Nonostante ciò Caterina ha paura visto che il prossimo 10 giugno la convenzione scadrà e continuano le pressioni per trasferire il centro a Palermo. A tal proposito ha girato numerosi video di protesta per chiarire il suo punto di vista ed ha avuto anche l’appoggio da parte di Forza Nuova Disabilità. «Secondo i dati dell’Ismac (registro dell’indagine siciliana sulle malformazioni congenite) in Sicilia risulta che Augusta, Gela, Priolo, Milazzo, Melilli, Catania e Siracusa sono le aree più colpite dove negli ultimi decenni si è registrato un aumento progressivo di nati (vivi o morti) con patologie cardiache e tumorali -ha aggiunto Caterina-. Dunque, qui ci teniamo gli indotti petrolchimici, causa di malattie, mentre a Palermo pensiamo di collocare i reparti di eccellenza che dovrebbero curarci?». Ai posteri l’ardua sentenza.

Veronica D’Amico