Parco dei Nebrodi, il TAR conferma le interdittive antimafia

234

SANT’AGATA MILITELLO – Dopo la conferma, da parte del T.A.R., delle interdittive antimafia emesse dalla Prefettura di Messina e finalizzate ad evitare il condizionamento nella gestione di terreni collegati alla concessione di consistenti finanziamenti europei, si apre un nuovo capitolo per le vicende connesse alle azioni di ripristino della legalità nel settore agricolo.
Con un provvedimento che riconosce la titolarità e la legalità dell’azione amministrativa finalizzata a contrastare i tentativi di infiltrazione mafiosa, vengono adesso disarcionate le associazioni mafiose che lucravano da anni sui finanziamenti europei.
“Questa è l’antimafia dei fatti, dell’impegno concreto” commenta Giuseppe Antoci, Presidente del Parco dei Nebrodi che insieme al Prefetto di Messina Stefano Trotta ha creato e stipulato un esclusivo protocollo d’intesa, lo stesso
allargato poi dal Presidente Crocetta agli Enti regionali, contenente precise linee guida per contrastare i tentativi di infiltrazione mafiosa nelle Procedure di concessione a privati di beni compresi nel territorio del Parco e che, sin dall’insediamento alla guida dell’Ente Antoci, su input del Questore di Messina Giuseppe Cucchiara, aveva denunciato insieme al Sindaco di Troina Fabio Venezia.
“Siamo consapevoli di aver creato i presupposti per il ripristino della legalità sul territorio e di essere stati i precursori sull’argomento: l’attenzione – ormai nazionale – sulla delicata questione ci conferma l’importanza del nostro protocollo di legalità. Oggi, i recenti provvedimenti, ci danno la prova della gravità dei tentativi di infiltrazione per accaparrarsi illecitamente i finanziamenti europei che si aggiravano in milioni di euro l’anno e dunque, anche la prova, della necessità impellente di ripristinare le condizioni di sicurezza a tutto ciò collegate.
“La conferma del nostro operato ci permette oggi di continuare con più forza nel nostro impegno, per ripristinare la legalità e ridare i terreni ai giovani siciliani onesti affinché i contributi europei, ad essi collegati, possano diventare occasione di sviluppo e di crescita e non invece occasione di finanziamento per la criminalità” conclude Giuseppe Antoci.