La FP CGIL in difesa dei custodi della Villa Romana di Patti

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    MESSINA – Arriva a stretto giro la replica della FP CGIL all’articolo uscito qualche giorno fa su “Il Fatto Quotidiano” circa le condizioni di alcuni siti archeologici siciliani con un’ampia panoramica anche su quello della Villa Romana di Patti, al centro di una polemica relativa alla mancata manutenzione del sito nonostante la presunta presenza di ventitrè custodi. La vicenda è stata riprea anche nella trasmissione satirica “Striscia la Notizia”.
    “La solita disinformazione che danneggia l’immagine della Sicilia e che soprattutto pone, al centro di tendenziose accuse, dei lavoratori che nulla hanno a che fare con le critiche rese dai mezzi di informazione le cui notizie sono oggetto di potenziali querele”, scrive Crocè con la coordinatrice del comparto Rosa Raffa. “All’interno dell’articolo, infatti, viene scritto che “nonostante la presenza di 23 custodi, ad oggi manca qualsiasi manutenzione”. Ebbene, al riguardo occorre fare una precisazione, utile non solo per i custodi della Villa Romana che non sono 23 ma 17, ma anche per tutti i custodi dei siti culturali della Regione Siciliana che in tutti questi anni hanno subito attacchi mediatici in maniera indiscriminata che hanno infangato la categoria dei custodi nonchè dipendenti pubblici”.

    La FP CGIL ricorda che “I custodi dell’Amministrazione Regionale si occupano di fruizione, tutela e vigilanza dei siti culturali. Nel caso specifico di cui parla il Fatto quotidiano, si tratta di un lavoro di recupero e pulizia dei mosaici che sono all’interno della Villa Romana di Patti, lavoro per il quale ci vuole una specifica professionalità. Ecco perché ci sono stati dei volontari che hanno svolto questo lavoro nell’ambito di uno stage organizzato dall’ateneo in collaborazione con l’Assessorato regionale, il Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro, la Soprintendenza di Messina e il Comune di Patti oltre che da parte di personale inviato dall’Archeoclub d’Italia sede di Patti”.
    Qualche anno fa analogo servizio è stato fatto sui custodi del Teatro di Taormina, accusati perché mancavano i depliant.

    “E’ ora di dire basta a questo attacco nei confronti dei custodi che da quasi un decennio, a causa delle pochissime risorse inviate dalla regione siciliana per la tenuta dei siti, spesso e volentieri mettono le mani in tasca per comperare il materiale occorrente per una migliore tenuta dei siti in cui lavorano, per fare piccoli lavori di manutenzione e tutto quello che è nelle loro possibilità fare. Che l’Amministrazione regionale incominci a investire risorse la dove c’è un ritorno economico e la si smetta di indicare il dipendente pubblico quale colpevole di tutti i mali della pubblica amministrazione”, conclude la nota.