Partnership tra enti di ricerca per monitorare la “salute” del Mediterraneo

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    ROMA – Un organismo di coordinamento a livello nazionale di laboratori, strumentazione e apparecchiature sofisticate, volte al monitoraggio e allo studio dell’ambiente marino. E’ il nuovo progetto di ricerca che coinvolge la Sicilia e, più in generale, il Mediterraneo centrale, e che si concretizzerà con la formale costituzione della Joint Research Unit EMSO Italia (JRU). Domani, presso la sede romana dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) si riuniranno presidenti e direttori di alcuni tra i maggiori enti di ricerca italiani per presentare il progetto. La costituzione della JRU coincide con la fase conclusiva di un importante investimento del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), con il contributo dei fondi strutturali europei, rappresentato dal progetto denominato EMSO-MedIT che ha avuto proprio lo scopo di aggiornare e ampliare infrastrutture di ricerca già operative in Campania, Puglia e Sicilia. Queste infrastrutture permettono di monitorare l’attività sismica e vulcanica a fondo mare, la dinamica e lo stato di salute del mare e degli organismi che lo abitano e gli scambi con l’atmosfera, permettono di seguire i cambiamenti indotti sulla biodiversità dalle variazioni climatiche e dall’attività umana, di effettuare test in laboratorio e di sostenere lo sviluppo di tecnologie per applicazioni in ambiente marino. Fanno parte di questa rete sistemi fissi per il monitoraggio nel Golfo di Napoli e di Pozzuoli e a largo delle coste della Sicilia orientale e meridionale, mentre una dotazione di moduli di monitoraggio riposizionabili sono stati realizzati per poter intervenire di volta in volta in siti diversi a seguito dell’occorrenza di eventi naturali che costituiscano un rischio per l’ambiente e per la popolazione. La Joint Research Unit EMSO Italia é un’alleanza tra enti di ricerca con lo scopo di monitorare lo stato di salute del Mediterraneo centrale. Con questa alleanza si uniranno le forze e le risorse di ciascun ente per rilevare dati relativi anche ai rischi naturali e all’effetto dei cambiamenti climatici sulla biodiversità, con strumenti e competenze all’avanguardia in grado di attrarre giovani ricercatori e di fornire servizi a industrie, Piccole e Medie Imprese (PMI) e istituzioni. Attraverso la JRU l’Italia rafforza la sua leadership all’interno di un programma di ricerca di lunghissimo termine che ha nell’infrastruttura europea di ricerca EMSO (European Multidisciplinary Seafloor and water-column Observatory), il suo fulcro.
    Gli Enti che partecipano a questa iniziativa sono: INGV, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) – Istituto per l’Ambiente Marino Costiero (IAMC) e Istituto di Scienze Marine (ISMAR), Stazione Zoologica ‘Anton Dohrn’ (SZN), Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare (CoNISMa), Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (INOGS), e l’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA).