Calcio, pausa di timori per il Due Torri che attende la sentenza

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    La sentenza dell’ennesimo filone del calcio scommesse in salsa italiana, denominata Dirty Soccer, che rischia di fermare almeno per un paio di anni la carriera come tecnico di Arturo Di Napoli, attualmente alla guida dell’Acr Messina ma coinvolto per i trascorsi a Savona con la procura federale a chiedere per l’ex Re Artù ben 4 anni, ha coinvolto sia pure marginalmente anche il Due Torri, società leader della provincia messinese, mai retrocessa nella sua storia come nessun altro club in Sicilia ma con il fiato sospeso per la sentenza attesa ad ore. Per un uomo di sport come Antonio Venuto c’è amarezza ed anche un pizzico di imbarazzo nell’affrontare un tema triste come il calcioscommesse, perché lui ogni risultato se lo è sempre guadagnato sul campo, lavorando durante la settimana. Nel processo che è in atto a Roma, però, si decide anche il futuro del Due Torri. La richiesta è di una penalizzazione di 2 punti, in relazione a quanto accaduto per la partita con la Neapolis dell’1 novembre 2014. Per la Procura Federale non ci sono dubbi: quella gara fu combinata per far vincere la compagine campana. Il campo, però, ha detto ben altro, visto che a prendersi i tre punti fu proprio il Due Torri, vittorioso 1-0. “Ricordo bene quella partita, fu un’autentica battaglia vinta in modo sofferto ma meritata. Non mi sarei mai aspettato il coinvolgimento del Due Torri, a maggior ragione se poi è stato il campo stesso a smentire ogni dubbio circa l’esito della gara pilotato in favore della Neopolis. Credo che ci sia troppo fumo attorno a questa storia, faccio fatica a comprendere quale sia l’eventuale coinvolgimento del Due Torri. Il criterio della responsabilità oggettiva va rivisto, io ho 24 calciatori a disposizione e non posso seguire ciascuno di loro”. I fari della Procura sono accesi verso Luca Cassese, ceduto poi a dicembre ma in campo nella partita incriminata. Secondo la Procura sarebbe stato proprio lui “l’uomo in più” della Neapolis: “Dalle intercettazioni credo che invece si evinca il non coinvolgimento del ragazzo – ha continuato Venuto – io ho rivisto la partita e Cassese giocò bene. Comunque ho avuto modo di parlare con il nostro legale e mi ha rassicurato sull’esito del processo al di là delle richieste della procura. Ma anche qualora la Procura Federale avesse ragione e Cassese ci avesse remato contro, credo che invece vada in qualche modo gratificato lo sforzo di un Due Torri che sul campo ha vinto una partita che era già stata indirizzata. Questa società è un esempio di sportività e capacità gestionale per tutti, sarebbe veramente ingiusto che venisse tolto anche un solo punto a questi ragazzi che lavorano per guadagnarsi i risultati sul campo”. Quella del calcio scommesse, nonostante i buoni propositi e le minacce di squalifiche esemplari, è una piaga che puntualmente si ripresenta: “Bisogna eliminare le zone grigie. Chi viene colto con le mani nella marmellata in modo chiaro e lampante non deve più far parte del mondo del calcio a nessun livello, sia esso calciatore o dirigente. Troppe volte si sono viste pene alleviate da patteggiamenti. Mi dispiace, ma sono dell’idea che chi si vende una partita non deve più scendere in campo. Anzi spero che le società si guardino bene dall’ingaggiare calciatori, dirigenti o allenatori con alle spalle una squalifica”. E chi vuole capire capisca anche se, passata l’ennesima tempesta, il rischio è che l’andazzo di club, tesserati e chi gira attorno al mondo del pallone, sia sempre lo stesso alla faccia di chi, come Venuto, ha alle spalle una carriera cristallina.