Anche la pallamano conosce la violenza

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    Anche la pallamano, fino ad oggi quasi immune da fatti sportivi che si tramutano in cronaca nera, subisce la vergognosa infamia di un’aggressione post–match, prima di ritorno di un campionato di serie B fino a domenica scorsa appassionante e corretto. Un’infamia che ha macchiato con gesti inconsulti una giornata di sano e puro sport. Il prologo è una gara (la decima di andata) del torneo cadetto. Ad affrontarsi i padroni di casa del Giovanni Paolo II (povero Wojtyla) di San Cataldo e i rosanero dell’Esperia Orlandina. Il match, sotto le provocazioni dei padroni di casa che intendono metterla sul piano fisico, scorre nervoso ma mai oltre i limiti, grazie anche ai nervi saldi degli ospiti che non si lasciano intimidire ma neanche cadono nelle provocazioni che hanno nel portiere palermitano dei nisseni, Giovanni Passarello (protagonista negativo anche nel dopo match) l’attore principale. Per la cronaca la squadra di Capo d’Orlando s’imporrà per 28-29 in un finale caotico (con i mezzucci di bloccare il cronometro nel finale per guadagnare secondi…) deciso al fotofinish. Nel dopo partita tutto sembra ricomporsi e quella appena archiviata sembra l’ennesima battaglia vittoriosa che ti lascia in bocca il dolce gusto dell’impresa sportiva. Ma Passarello sembra non averne abbastanza e ben dopo la doccia (che evidentemente non ne ha calmato i bollenti spiriti) accende la miccia di un’aggressione dai risvolti pesanti. Quello che resta delle due squadre (una parte della comitiva rosanero era già partita come del resto gli arbitri e quindi niente conseguenze sul piano sportivo ma solo penali) si ritrova tra l’androne del palasport e l’adiacente spiazzo esterno. In questa specie di mix-zone si trovano tra gli altri i due tecnici Francesco Lenzo ed Antonio Lo Manto che con toni tranquilli commentano l’andamento della gara. Giovanni Passarello non sazio dello spettacolo dato in campo e, nonostante la presenza dei propri figli (entrambi minori) si scaglia, prima verbalmente e poi aggredendolo fisicamente (gli sferra due manate al volto) contro mister Lenzo. E’ il fuoco alle micce che fa divampare l’incendio con Lenzo che viene assalito da 3-4 persone che lo scaraventano a terra insieme al Vicepresidente Candeloro Genovese, colpito. Momenti di panico e terrore sedati dall’arrivo di alcuni atleti dell’Esperia, mentre Passarello si dà alla fuga con moglie e figlie (tentativo vano perché verrà annotato il numero di targa del veicolo e consegnato ai carabinieri). Infatti sarà proprio mister Lenzo a chiamare la volante dei carabinieri e a richiedere l’intervento di un’ambulanza una volta capita la gravità delle condizioni del suo dirigente. Prima dell’arrivo delle volanti e dell’ambulanza si registreranno altri momenti di tensione con minacce ai componenti dell’Esperia. Arrivata l’ambulanza, Genovese viene trasferito al Sant’Elia di Caltanissetta dove gli sono state prestate le prime cure del caso. Gli esami clinici confermeranno la diagnosia più grave: rottura del femore. In nottata la società paladina ha provveduto al trasporto in ambulanza dello stesso Genovese al nosocomio di Sant’Agata di Militello dove è arrivato scortato dalla squadra alle 4.45 del mattino e dove presumibilmente verrà operato giovedì mattina. Un episodio che ha scatenato vibranti reazioni nel mondo della pallamano, sia perché poco avvezza ad episodi del genere sia per la fama che Genovese gode nell’ambiente pallamanistico (che frequenta come dirigente dell’Esperia da vent’anni) di uomo mite e gioviale pronto a smussare ogni spigolatura e momenti di tensione. Ma non solo la notizia del suo ferimento ha prodotto sorpresa e sgomento anche nella comunità orlandina, tante sono state in queste ore gli attestati di stima nei suoi confronti (intasata la pagina facebook della società paladina) quanto ferme la condanna per quello che ha subito. Adesso ci si aspetta una ferma presa di posizione sia della federazione (regionale e nazionale) sia delle forze dell’ordine per un episodio gravissimo che non deve lasciare spazio a zone d’ombra.