Basket, la Betaland per salvarsi ha bisogno di almeno due big

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    CAPO D’ORLANDO Delle 150^ gare disputate in serie A dall’Orlandina ora targata Betaland quella strapersa a Pistoia nell’ultima di andata di un campionato iniziato bene ma proseguito malissimo, è una delle peggiori disfatte tra le 94 sconfitte rimediate nei quattro tornei e mezzo. Più che le dimensioni del ko preoccupa il come è maturato, pur con l’attenuante delle assenze di Jasaitis e Nicevic che hanno proseguito a Capo d’Orlando il recupero dagli infortuni e della forza di una squadra toscana grande rivelazione sotto la guida dell’ex Vincenzino Esposito, finora il più serio candidato alla palma di coach dell’anno anche se avrebbe potuto risparmiarsi gli ultimi due timeout chiamati a 6′ e 3′ dalla fine sul trentello di vantaggio poichè chi conosce la pallacanestro sa quanto possa dare fastidio chiamarli in quelle circostanze. Tornando alle cose di casa Betaland la scommessa per il momento è persa alla luce delle 10 sconfitte nelle ultime 11 gare, ben 7 consecutive tra cui la sfida del PalaCarrara che non è stata mai in discussione anche se i biancoazzurri da poco affidati in toto a Gennaro Di Carlo hanno avuto un paio fiammate grazie alla difesa a zona ed alla voglia di non arrendersi all’evidenza di essere al giro di boa la più seria candidata all’unica retrocessione, avendo appena 8 punti in 15 giornate. Insomma tolto il tappo (l’ex coach Griccioli) resta comunque un vino incolore ed insapore quello paladino con attualmente un errore di fondo nel ruolo di playmaker dove il veterano Vlado Iliesvki, dopo un buon avvio di campionato, ha pagato anche le fatiche degli Europei disputati con la sua Macedonia, con in più il fatto che le sue caratteristiche sono esclusivamente di regia mentre alla Betaland probabilmente serviva un play-guardia con tanti punti nelle mani oltre che abile negli scarichi. Di certo l’esordiente Di Carlo si attendeva ben altro debutto assoluto in A come capo allenatore con l’unica soddisfazione per la prima convocazione in prima squadra in Serie A per il giovanissimo Levan Babilodze, guardia/ala classe 1998. Il giovane georgiano ha anche esordito nel finale e segnato dalla lunetta il suo primo punto nella massima serie ma a breve perderà la compagnia del 24enne connazionale naturalizzato italiano (è arrivato nel 1991) Nika Metreveli, uscito con successiva firma a Caserta pur avendo l’accordo fino al 2017 con i paladini ma il naturalizzato italiano ha sfruttato la clausola di uscita sul suo contratto. Ovviamente la società si sta guardando attorno più che mai per trovare il sostituto ed il piccolo che serve per rinforzare un roster che rischia di non avere i mezzi, così com’è, di lasciare l’ultima posizione solitaria. Rumors dicono che dovrebbe arrivare in questa pausa dell’All Star Game Corey Fisher, 27enne guardia Usa con passaporto georgiano uscito dal college di Villanova con fugaci parentesi recenti non esaltanti nel Cibona Zagabria ed in Venezuela dopo gli exploit ad Antalya in Turchia (516 punti in 30 partite nel 2011-12) ed in Spagna con la canotta della Juventut Badalona (442 in 32 l’anno seguente). Nell’attesa la coperta è corta e gli alibi, per Griccioli prima e Di Carlo ora, sono tanti ma il coach casertano nonostante l’imbarcata presa non appare preoccupato. “Mi prenderete per matto – ha dichiarato Di Carlo – ma i quasi 30 punti presi non sono un problema adesso. Cercavo altro da questa gara. È normale che speravo, sognavo, che Pistoia potesse avere una serata storta e noi potessimo approfittarne. Se ci fosse entrato qualche tiro in più anche aperto magari sarebbe finita diversamente. Però voglio fare i complimenti a Enzino Esposito per la prova di Pistoia. Sono convinto che la squadra toscana giochi la migliore pallacanestro in Italia e penso che lui meriti il premio di miglior allenatore dell’anno. Questa è una squadra che, tolto Kirk, ha talento modesto, ma Enzino la fa rendere in modo esponenziale. Tornando a noi il cambio dell’allenatore non è stato dovuto ai contenuti, non abbiamo cambiato perché prima giocavamo sulle uscite o i “pick and roll” e adesso toccava cambiare. L’allenatore di prima non era scemo e noi adesso non siamo scienziati. Perdere a Pistoia ci sta, noi dobbiamo lottare per tutt’altra classifica e con altre squadre per salvarci. Serviva anche qualcosa a livello emotivo, io sono stato drastico nei cambiamenti questa settimana, ho praticamente cambiato tutto anche a livello organizzativo. Sono stato duro con la squadra – conclude Di Carlo – ma il mio ruolo adesso m’impone di scuotere questi ragazzi, fargli riprendere fiducia e farli continuare a credere in se stessi. La gara ci ha dato delle buone sensazioni comunque perché era impossibile fare di meglio forse, ma abbiamo avuto una reazione, ed è comunque importante. Ci salveremo, ne sono sicuro. Abbiamo poco tempo, ma sarà sufficiente se ci crediamo”.