Una giornata cruciale per l’inchiesta sulle “morti sospette” di alcuni pazienti dell’ospedale Papardo di Messina, che ha già portato al sequestro delle sale operatorie di Cardiochirurgia da parte dei carabinieri del NAS. L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e dalle pm Annamaria Arena e Alice Parialò, si concentra sulla presenza di presunti batteri “killer” e su eventuali difetti costruttivi di tre valvole cardiache impiantate nei pazienti deceduti.
Interrogatori e indagati
Oggi si svolgeranno in Procura i primi interrogatori delle sei persone indagate con l’accusa di omicidio colposo. Tra di loro figurano:
•Catena Di Blasi, direttore generale;
•Paolo Cardia, direttore sanitario;
•Vincenzo Manzi, direttore amministrativo;
•Francesco Patanè, direttore dell’UOC di Cardiochirurgia;
•Maria Chiara Zucchetti, direttore dell’UOC di Rianimazione;
•Silvio Tommasini, responsabile della Terapia intensiva post-operatoria.
Parallelamente, è prevista un’altra ispezione della Procura all’interno del Papardo per raccogliere ulteriori campioni da analizzare, dopo i primi rilievi effettuati nei giorni scorsi.
Indagini su 27 casi sospetti
L’inchiesta mira a verificare se esista una correlazione diretta tra l’insalubrità delle sale operatorie, i presunti difetti delle valvole cardiache e i decessi avvenuti. Finora, le indagini si concentrano su 27 casi dubbi, legati a complicazioni come sepsi, shock settico, insufficienza multiorgano ed endocardite batterica, patologie spesso associate a contaminazione batterica interna.
Nuova denuncia: un’altra morte sotto esame
Si aggiunge un nuovo elemento all’indagine: i familiari di un uomo di 82 anni, originario di Ragusa ma residente in Australia, hanno chiesto di fare luce sulla sua morte. L’uomo è deceduto il 17 settembre scorso, dopo un intervento di angioplastica al Papardo. L’avvocato Massimiliano Fabio, incaricato dai familiari, ha presentato un esposto per stabilire le cause del decesso.
Obiettivi dell’inchiesta
La Procura, diretta da Antonio D’Amato, intende accertare se vi siano state responsabilità legate a negligenze amministrative, cliniche o costruttive che abbiano contribuito alla “catena di decessi”. La ricerca della verità è al centro di un’indagine che potrebbe avere importanti implicazioni sulla sicurezza sanitaria e sull’organizzazione interna dell’ospedale.
L’inchiesta è solo agli inizi, ma la comunità attende con apprensione risposte chiare e azioni decisive per garantire la salute e la sicurezza dei pazienti.