La base dei lavoratori ha respinto, democraticamente, l’accordo integrativo di secondo livello che la dirigenza di ATMS.p.A. e il Consiglio di Amministrazione dimissionario auspicavano fosse “gradito” ai dipendenti. Filt CISL, FAISA Cisal e ORSA – scrivono in una nota- ci tengono a precisare che non esiste nessuna contrapposizione con i sindacati che, per loro legittima convinzione, hanno sottoscritto l’accordo bocciato dal Referendum. Pensarla in modo differente fa parte del gioco, l’importante è avere come principio prioritario, sempre e comunque, l’interesse dei lavoratori che si affidano al sindacato per la tutela dei loro diritti, delle tutele e della dignità. Di fronte alla volontà dei lavoratori, espressa con una schiacciante vittoria del NO, il fronte sindacale ha il dovere di ricompattarsi per contrastare eventuali “ritorsioni” e ricadute sul salario dei lavoratori. La ventilata “promessa” aziendale di totale sospensione del premio in caso di bocciatura dell’accordo, è inaccettabile e deve essere il collante che unifica tutto il sindacato”,rimarca la nota.
In ambito Autoferrotranvieri il cosiddetto “premio di produzione” non è un’elargizione generosa dell’azienda, come più volte ha strumentalmente tenuto a precisare l’ex Presidente Campagna durante la trattativa, nel Contratto Nazionale più povero dell’area trasporti il premio di produzione è un elemento retributivo essenziale che, per la specificità del settore, si demanda alla contrattazione territoriale. In Italia le aziende di TPL senza premio di produzione si contano nelle dita di una mano e non permetteremo che l’azienda messinese sia catalogata fra queste. I lavoratori hanno fatto una scelta e le parti hanno il dovere di riaprire il tavolo delle trattative per sistemare l’accordo che non deve essere cestinato ma ridiscusso soprattutto nella parte normativa. Nella controproposta di Fit CISL, Faisa CISAL e ORSA che, alla luce dei fatti, ha trovato l’approvazione referendaria dei lavoratori, non sono presenti richieste di aumenti salariali e/o spese pazze che rischierebbero di compromettere il bilancio aziendale. I dipendenti di ATM S.p.A chiedono unicamente una normativa territoriale rispondente alle leggi in vigore, allo Statuto dei Lavoratori e alle tutele presenti nel Contratto Nazionale. Dopo anni di scontri, imposizioni, provvedimenti disciplinari a pioggia, decurtazioni salariali… consumatesi in un clima feudale, gli Autoferrotranvieri messinesi hanno alzato la testa e ATM S.p.A. deve prenderne atto. Auspichiamo che la nuova compagine manageriale che si insedierà alla guida della partecipata, sia portatrice di serenità e predisposizione al confronto. Il muro contro muro non serve a nessuno, anche il cane più mite, se lo bastoni ogni giorno, prima o poi ti morde. Sospendere il premio per “ripicca”, oltre a mortificare economicamente i lavoratori, rischia di compromettere l’ottimo servizio che ATM S.p.A. vanta di offrire all’utenza, pertanto, dopo aver assunto il mandato referendario dei lavoratori, torniamo al tavolo, aggiustiamo il tiro e ripartiamo in un clima di serenità. Noi ci siamo”, conclude la nota.