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Acquedolci: il candidato sindaco perdente entra a gamba tesa su Alvaro Riolo

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Facciamo nostra una lunga e pesante riflessione di Salvatore Caputo, candidato sindaco perdente alle elezioni amministrative del 2022, che sul suo profilo fb non le manda a dire a chi comanda ad Acquedolci. Ovviamente siamo pronti ad ospitare la probabile replica dell’amministrazione Riolo.
“Interrompo un lunghissimo periodo di silenziosa ma non per questo disattenta assenza dalla scena politica acquedolcese, spronato dagli accadimenti più recenti e dalle numerose sollecitazioni di elettori e amici, giusto per esternare qualche riflessione della domenica pomeriggio.
Non so quanto posso essere mancato alla politica locale e, ad essere sincero, io ho sofferto poco questo allontanamento, avendo avuto prova di una cosa: cambiano gli attori, ma la commedia è sempre la stessa!
Non vorrei sbagliarmi, ma dal mio rubinetto ancora non esce acqua utilizzabile e siamo tutti costretti a rifornirci alle fontane o al supermercato, perché il concetto di “potabilità di fatto ma non di diritto” non si concilia con la nostra salute.
Si è compiuta la farsa dell’utilizzo dell’autobotte, con i “governanti” e qualche cooptato dell’ultimo momento, che prima hanno approvato il regolamento e poi lo hanno revocato: in realtà un “regolamento di conti” da Far West, con qualche ronzino a scalciare e dignità (politica) svenduta a tanto al chilo.
Contratto di Costa e Piano Spiagge chiusi in qualche cassetto a fare polvere, tanto a loro non importa che gli imprenditori scappino o si pentano di investire nei pressi della nostra spiaggia: figurarsi se sono interessati a quei possessori di piccole barche che hanno dovuto trovare parcheggio in collina, mentre i soliti relitti imputridiscono sull’arenile ormai da decenni!
Per la zona artigianale staranno ancora sfogliando la margherita per vedere dove collocarla in base alle proposte bizzarre e non realizzabili proposte, sbandierate durante i comizi.
Guai a toccare il campo sportivo, che non lo voleva manco chi ancora sta seduto in consiglio, che lo hanno inaugurato di nascosto (!) ed è costato un occhio della testa. Per giunta, con l’affitto del tendone ancora per molto tempo a carico delle nostre tasche: nonostante la cifra assurda spesa, la sera per allenarsi devono accendere i fari delle macchine perché è senza illuminazione!
Si intravede un po’ di Minoranza, finalmente, anche se un po’ sfilacciata, che ha cominciato a capire che, col baraccone del circo piantato in Municipio, bisogna lottare con idee chiare e serie perché le risate, prima o poi, finiscono e noi acquedolcesi da tempo piangiamo lacrime amare.
Siamo stufi di una propaganda becera e falsa: il fumo negli occhi ce lo siamo tolti da tempo, perciò diciamo chiaramente che le storielle che raccontano hanno stancato e sappiamo bene quanto siano bravi nell’accontentamento di amici, parenti e sodali.
Questi maghi della finanza che vantavano bilanci da piccolo stato del Centro America, non solo non sono stati capaci di intercettare un misero milioncino per il campo di calcio, ma si sono dati allo scialacquamento di soldi, votando un piano di riequilibrio che, da subito, ci è costato quasi 17.000 euro per la società che lo ha preparato, poi è servito ad accontentare vicini ed amici e, infine, non lo hanno nemmeno rispettato: la Corte dei Conti li ha sculacciati dando ragione a chi, come me e l’allora mio gruppo, diceva di NO a questa operazione voluta da alcuni presuntuosi con scarso senso e conoscenza delle basi della finanza pubblica, seppure di un piccolo Comune.
La verità, purtroppo, è che questa masnada di mezzi calibri, sotto la guida di qualche avventuriero, grazie alla liquidità delle partite di giro del piano di riequilibrio e del mutuo del campo sportivo, invece di pagare i debiti effettivamente dovuti, si sono dati a feste e festini (il cui esito penoso abbiamo constatato tutti), ma soprattutto si sono garantiti una campagna elettorale anticipata e una conquista di consensi durata diversi anni: adesso basta!!!
É il momento di capire con fatti e azioni chi aspira ad entrare in quella “cumacca” con tanto di cerchio magico, solo per cercare di farsi gli affari suoi e chi, invece, ha intenzioni serie e vede la scalinata della casa Comunale come l’ingresso per una gestione seria di Acquedolci e non come luogo di appuntamento tra sodali e aspiranti cumaccari: tanto, le tasse le scaricano a noi, così come l’acqua non potabile e i mille sotterfugi da politicanti spregiudicati (pronti a colpirsi alle spalle in mille faide).
Semplici considerazioni pomeridiane, appassionate sicuramente, condivise da molti ne sono certo, di un cittadino semplice, anzi semplicissimo, ma ancora riconoscente e obbligato – quantomeno dando voce ad un sentimento di insofferenza diffuso – nei confronti degli oltre 1100 concittadini che in passato mi hanno espresso fiducia e che ancora oggi, forse, pretendono per Acquedolci qualcosa di meglio.…”