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Urna funeraria dimenticata in un bar a Tindari, il caso risolto in poche ore

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Sarebbero, ormai, quasi del tutto delineati i contorni della misteriosa vicenda dell’urna funeraria rinvenuta all’interno di una busta dimenticata fra i tavoli di un bar che si affaccia sulla piazza del santuario di Tindari.
Gli agenti della sezione Investigativa del Commissariato di pubblica sicurezza di Patti sarebbero infatti riusciti, in pochissimo tempo e grazie a diversi indizi rinvenuti sull’urna, a risalire all’identità di chi ha lasciato quella busta e di chi erano le ceneri custodite all’interno del vaso di bronzo dalla forma circolare.
Grazie ad alcuni sistemi di videosorveglianza l’attenzione si era immediatamente concentrata su due uomini che, in compagnia di una donna e di due minori, erano poco prima transitati per quella strada tenendo la busta in mano. Poi, grazie ad un codice identificativo posto sul vaso (targhetta di plastica nera con inciso in bianco i numeri 2024 – 305) si sarebbe riusciti a ricostruire anche la provenienza dell’urna.
Sulla vicenda, però, vige ancora il massimo riserbo da parte degli investigatori che, adesso, attendono indicazioni da parte dell’autorità giudiziaria sulle prossime mosse da adottare.
Il procedimento sarebbe ancora nella fase di istruttoria, ma sembrerebbe che gli investigatori della Polizia di Stato abbiano già aggiunto parecchi tasselli al puzzle.
Confermata la provenienza svizzera dei soggetti e l’identità del defunto, il quale quasi con certezza matematica sembra aver espresso in vita il desiderio di essere cremato e che le sue ceneri fossero sparse proprio a Tindari. Il defunto, infatti, potrebbe avere origini del luogo.
Rimane adesso da capire se le modalità di dispersione delle ceneri abbiano rispettato la legislazione vigente. Il focus della polizia si sarebbe concentrato infatti sulla presenza, o meno, dell’autorizzazione concessa dall’ufficiale di stato civile e del vincolante nullaosta rilasciato dal Comune di Patti. In caso contrario potrebbe aprirsi un procedimento penale per vilipendio di cadavere.